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da L’informazione del 17 gennaio 2008

“Asili ai figli dei clandestini, questione strumentalizzata”

Dopo un vertice di maggioranza, l’amministrazione risponde alle accuse dei giorni scorsi

Nella giornata di ieri il sindaco Pietro Vignali e gli assessori hanno chiarito la posizione del Comune di Parma circa la questione dei diritti dei figli di clandestini, in considerazione degli interventi che sull’argomento si sono succedute negli ultimi giorni. «Pur evidenziando – si legge in una nota dell’amministrazione – una forte strumentalizzazione di chi, nel centrosinistra, non ha avuto la sensibilità amministrativa necessaria per capire che un ente deve operare nel rispetto di leggi regionali e nazionali, il sindaco e la giunta hanno ribadiscono la piena
condivisione del principio di assistenza, tutela, inserimento e protezione per tutti i bambini.
Fra questi il diritto all’istruzione legittimamente tutelato dalla Costituzione italiana. Nel concetto
di figli di clandestini – aggiunge la giunta – noi amministratori del Comune di Parma, e cittadini di una comunità famosa per i suoi valori di solidarietà e di accoglienza, poniamo tutta la nostra attenzione alla parola figli, indirizzando gli sforzi al fine di garantire politiche sociali per la loro accoglienza,in collaborazione
e sintonia con le altre istituzioni preposte e con le condivise regole del vivere civile.
Avendo ben presente i limiti normativi, la nostra amministrazione riafferma il principio
di tutela e di rispetto della dignità di tutti i bambini, compreso il diritto all’educazione».
Sullo stesso tema è intervenuta la coordinatrice provinciale del Pd Barbara Lori,che ha replicato
alle parole dell’assessore Giampaolo Lavagetto. «Che le leggi debbano essere rispettate – spiega la Lori – è fuori discussione, ma il tema centrale è un altro: si tratta delle scelte politiche che un’amministrazione compie e che determinano risposte diverse ai bisogni dei cittadini
e alle questioni sociali. Per il Partito democratico il sostegno alle famiglie, soprattutto quando si
tratta di servizi all’infanzia, è prioritario. Il Comune di Felino, chiamato in causa dall’assessore
Lavagetto, in questi anni ha scelto con forza di rinnovare l’impegno nel riconoscere il diritto di
accoglienza nelle strutture comunali».