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Rimini – Le fila alla questura e il rapporto schivistico prodotto dalle normative

Comunicato Lab. Paz

Scriviamo questo breve comunicato per ribadire ciò che abbiamo detto più volte nel corso delle innumerevoli iniziative intorno al tema dei cittadini migranti e delle loro condizioni di vita.
Riteniamo importante e non fuorviante l’articolo apparso sul Corriere Romagna, che delinea una situazione disumana all’esterno dell’Ufficio immigrazione della Questura di Rimini in cui sono costretti a sottoporsi quotidianamente famiglie, persone, bambini.

Il 1 dicembre siamo stati promotori del presidio alle poste contro il killer kit, il kit postale utilizzato per il rinnovo e la conversione dei permessi di soggiorno, per denunciare un meccanismo che lega in maniera stigmatizzante la permanenza regolare del cittadino migrante al requisito della casa e del lavoro oltre che ad modalità di rinnovo costosa, di 72 € a pratica e con tempistiche e attese per ritirare il documento che vanno dai 7 ai 12 mesi. I cittadini italiani per una carta di identità pagano pochi euro e hanno il documento nel giro di pochi minuti….

Tutto ciò si inscrive pienamente dentro ciò che costituisce lo “scheletro” nonché l’anima della legge bossi fini e che verrà riprodotto anche con la Riforma Amato/Ferrero, la quale, sostanzialmente, manterrà inalterato il rapporto schiavistico fra datore di lavoro e cittadino migrante oltre che mantenere il sistema dei flussi, ovvero delle quote di ingresso, come unica modalità di regolarizzazione per non parlare della detenzione amministrativa dentro i Centri di Permanenza Temporanea. Alcune delle novità più sbandierate, che secondo i Ministri Amato e Ferrero renderebbero la legge “più civile” sono in realtà eredità recuperate dalla Bossi-Fini o vecchie carcasse ripescate dalla Turco-Napolitano, che ci vengono ripresentate pesantemente amputate. Neppure un accenno ad una sanatoria, che rimane una questione politicamente scorretta, nonostante sia palese che a produrre la clandestinità sono le leggi e non un generico desiderio di illegalità dei migranti. Se vogliamo dirla proprio tutta, ed è la realtà della vita degli immigrati a raccontarcelo, oltre che il lavoro quotidiano con essi, ci mostrano che nulla di buono sembra attenderci, ne sul fronte legislativo, ne sul fronte delle pietose condizioni della Questura di Rimini.

Abbiamo più volte denunciato anche attraverso una presenza fisica al di fuori dell’Ufficio Immigrazione, fin già dal 2004, la vergognosa situazione in cui quotidianamente sono costretti a stare centinaia di persone, tra il freddo, le intemperie, senza servizi igienici o servizi ristoro.

Riteniamo necessaria urgente e pregnante qualsiasi iniziativa di trasferimento di tali uffici, trasferimento che non andrà a risolvere, de facto, il problema delle lunghe attese, ma darà un po’ di dignità a quegli esseri umani che accudiscono i nostri nonni, costruiscono le nostre case e arricchiscono socialmente, economicamente e culturalmente la nostra città.