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da Metropoli del 30 gennaio 2008

Roma, straniera e laureata ecco chi cura gli anziani

All’80% sono donne straniere, al 60% latinoamericane, con un’età media che si avvicina ai 45 anni, in maggioranza laureate, la maggior parte sono sposate e con figli nati o fatti venire in Italia. L’80% lavora a tempo pieno e il 30% abita nella casa del datore di lavoro. Almeno un terzo è costretta a lavorare in nero, a volte sino a 60 ore settimanali. Quasi tutte le intervistate dichiarano di voler cambiare lavoro il prima possibile, in quanto lo considera estenuante e mal pagato.

E’ questo il profilo emerso a Roma e Latina delle cosiddette badanti. Lo sostiene uno studio della Uil di Roma e del Lazio e della Uns Progetto Sud, finanziato in parte dalla Regione. La ricerca è stata elaborata sulla base di contatti, compilazione di schede ed interviste che hanno riguardato circa 1210 badanti extracomunitari e 430 datori di lavoro italiani, nell’area di Roma e Latina. Il 30% ha dichiarato di lavorare in nero. Le più acculturate vengono dal Sud America e dalla Russia, mentre le meno scolarizzate (scuola media inferiore) vengono dall’Africa e dal Sud Est asiatico.

Il lavoro è parte di un progetto che ha operato attraverso la costituzione di una rete di sportelli di informazione, orientamento e formazione diretti alle assistenti familiari ed ai loro datori di lavoro italiani, progetto iniziato a novembre 2006 a Roma, Latina, Bucarest e Cairo, con l’obiettivo di qualificare questa importante area di servizi e combattere il lavoro illegale.

Nella capiotale le assistenti familiari provengono (a differenza che nel Nord Italia) soprattutto dal Centro e Sud America (61%), dall’Europa dell’Est (14%), dall’Africa (9%) e dal Sud Est asiatico (8%). Il 40% di loro ha una età media di 40 anni. Ma per il 45% l’età media sale a 50 e solo il 15% è collocato in una fascia tra i 25 ed i 35 anni di età. Il 60% delle intervistate sono sposate (un altro 10% sono separate o divorziate); il 60% ha dichiarato di aver portato almeno un figlio in Italia (addirittura il 30% ha figli nati in Italia); oltre la metà di loro (55%) ha conseguito una laurea nel Paese d’origine e l’80% ha almeno il diploma di scuola media superiore. Il 30% ha dichiarato di lavorare in nero. Le più acculturate vengono dal Sud America e dalla Russia, mentre le meno scolarizzate (scuola media inferiore) vengono dall’Africa e dal Sud Est asiatico.

Va considerato comunque che le intervistate, avendo richiesto l’assistenza del sindacato, sono lavoratrici in condizioni di minor disagio. In effetti altri studi svolti nella Regione rivelano che nel Lazio le cosiddette badanti sarebbero almeno 75 mila con regolare contratto, mentre quasi il doppio sarebbero irregolari e dunque costrette al lavoro nero.