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da Metropoli.it del 16 gennaio 2007

Ucraini, il cedolino non vale in Polonia e Ungheria

Roma – Per molti ucraini il rientro in Italia dopo le vacanze di Natale passate in patria si è trasformato, nei primi giorni del 2008, in un’odissea con lunghe attese alle frontiere terrestri di Polonia e Ungheria. In tanti infatti sono rimasti bloccati al confine di due dei Paesi entrati nell’area Schengen lo scorso 21 dicembre (gli altri sono l’Estonia, la Lituania, la Lettonia, Malta, la Repubblica ceca, la Slovacchia e la Slovenia) e sono riusciti a passare solo dopo aver preso un visto d’ingresso temporaneo per il transito, pagandolo 80 euro.

Eppure l’arrivo delle vacanze di Natale quest’anno era stato accolto con maggiore serenità dagli immigrati che avevano il permesso di soggiorno in fase di rinnovo. Il ministero dell’Interno aveva infatti emanato una circolare il 12 dicembre per consentire agli stranieri regolarmente presenti, ma in attesa del rinnovo del permesso, di uscire e rientrare in Italia (dal 14 dicembre 2007 al 31 marzo 2008) anche attraverso le frontiere terrestri, marittime e aeree dei Paesi dell’area Schengen. Tanto che anche molti ucraini, per la prima volta, hanno preferito affrontare il viaggio in macchina o in pullman, una soluzione meno comoda ma sicuramente più economica del viaggio in aereo.

Il problema si è verificato per gli ucraini nei primi giorni di gennaio alle frontiere terrestri di Polonia e Ungheria. I poliziotti hanno bloccato i cittadini ucraini che in macchina facevano ritorno verso l’Italia – come ha spiegato Oleksandr Horodetskyy, presidente dell’associazione cristiana ucraini in Italia – sostenendo che non potessero passare attraverso i loro Paesi senza un valido permesso di soggiorno o visto. Alcuni, i più fortunati, sono riusciti a passare dopo un’attesa durata anche 20 ore, ma pagando alla frontiera 80 euro per un permesso temporaneo di transito. Altri invece sono stati costretti a tornare a Kiev per chiedere un visto di rientro all’ambasciata italiana. “Perché non a tutti è stata data la possibilità di pagare e passare subito – spiega Horodetskyy – . Conosco una persona che è stata mandata subito indietro al consolato polacco di Lviv, e da questi rimbalzato all’ambasciata italiana di Kiev”.
I funzionari polacchi sostenevano di non aver ricevuto alcuna comunicazione e che la situazione che si era creata era un “problema interno italiano”

“E’ un problema molto grave, che riguarda migliaia di persone – aggiunge ancora Horodetskyy – . In tanti sono bloccati davanti all’ambasciata italiana a Kiev e non dormono da giorni, in attesa di ricevere il visto di rientro. E poi c’è il problema dei pulmini guidati dagli autisti italiani: loro hanno fatto scendere i passeggeri e sono tornati in Italia, la gente s’è dovuta arrangiare per tornare con mezzi propri e hanno anche perso i soldi del viaggio. Ora molti rischiano anche di perdere il lavoro, quando riusciranno a tornare in Italia”. La protesta alle frontiere polacche già avanti da alcuni giorni: in molti hanno issato cartelli con scritto “no a un nuovo muro di Berlino”.

Polonia e Ungheria quindi, entrate nell’area Schengen da nemmeno un mese, non hanno riconosciuto la validità della circolare italiana, nonostante il ministero dell’Interno avesse specificato (nel testo della stessa circolare) di aver richiesto al Consiglio e alla Commissione europea di “accordare facilitazioni al transito attraverso Stati membri” dei cittadini extracomunitari con il permesso di soggiorno in fase di rinnovo.

Difficile stabilire le responsabilità: Horodetskyy pensa che il ministero dell’Interno abbia peccato di superficialità, e di non essersi assicurato che la richiesta di passaggio attraverso i Paesi Schengen con il cedolino venisse effettivamente accordata. Ma non è da escludere una mancata comunicazione a livello europeo, proprio perché Polonia e Ungheria sono entrate nell’area Schengen successivamente alla circolare. Fonti del ministero dell’Interno fanno sapere che il Viminale si è già attivato per risolvere la situazione, che era già stata segnalata nei giorni scorsi per la frontiera ungherese. A Lubiana, capitale della Slovenia, è in programma giovedì un vertice europeo sulle frontiere dove sono previsti anche incontri con i funzionari polacchi e ungheresi. Dal ministero spiegano che alcuni problemi di questo tipo erano attesi perché la circolare per la prima volta prevede il passaggio dalle frontiere terrestri e assicura che la situazione potrebbe sbloccarsi in pochi giorni.
di Gabriele Bonincontro