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Comune di Milano: Impossibilità di iscrizione alle materne per i figli di immigrati irregolari.

Vince il ricorso una giovane marocchina, la figlia può andare a scuola.

“Vorrei che tutti sentissimo la presenza degli studenti stranieri come una risorsa in un paese che ha bisogno di giovani energie e intelligenze”: è l’affermazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a inizio anno scolastico.
Spesso queste intelligenze vengono da lontano: nate in paesi di emigrazione o figlie di stranieri che ormai da anni risiedono in Italia. Spesso però si ritrovano in classi ghetto: alta concentrazione immigrata da una parte e genitori italiani che negano in tali classi l’accesso ai loro figli.

Ma è di Dicembre la Circolare (n. 20 del 17 Dicembre 2007) con la quale il Comune di Milano nega l’accesso alle scuole d’infanzia ai figli di immigrati: “Le famiglie prive di regolare permesso di soggiorno avranno la possibilità di iscriversi, purché ottengano il permesso di soggiorno entro la data del 29 febbraio 2008. La mancata presentazione del permesso di soggiorno entro tale data non consentirà la formalizzazione della domanda di iscrizione”.

La giunta milanese, guidata dal sindaco Letizia Moratti forse non ha consapevolezza della gravità proposta o non ha nozione che la situazione degli alunni stranieri in Italia è regolata da diverse norme primo fra tutti il Decreto del presidente della Repubblica numero 394, che dal 1999 ha stabilito il diritto dei minori stranieri ad entrare nel sistema educativo statale, quale che sia la condizione giuridica delle loro famiglie.
In Italia pur non essendoci una normativa in materia esistono numerose circolari che dal 1989 regolano l’inserimento degli stranieri nella scuola, e per tutti gli anni seguenti il Ministero della Pubblica Istruzione si è impegnato a farle recepire alle scuole con l’obiettivo di intraprendere nel nostro paese un percorso di dialogo e apertura verso gli stranieri e la formazione di una società equa. Addirittura la circolare del 1994 preme su obiettivi che, e qui forse è dubbia l’abilità del sindaco di Milano quale ex Ministro dell’Istruzione, mirano ad un impegno interculturale dell’insegnamento e a delle strategie mirate e interventi integrativi in presenza di alunni stranieri.
In questo senso stiamo oltrepassando di gran lunga la possibilità di accesso o meno all’istruzione quale diritto fondamentale dell’uomo, ma purtroppo c’è chi nel proprio operato può risultare davvero dannoso per un futuro di convivenza!

Il Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni a pochi giorni dell’Uscita della Circolare reagisce con una diffida e pone un ultimatum al Comune di Milano secondo il quale “entro 10 giorni ristabilirà il rispetto delle norme di in materia di iscrizione nelle scuole di infanzia dei bimbi extracomunitari e di quelli le cui famiglie per indigenza non hanno effettuato i pagamenti scolastici oppure l’ufficio scolastico regionale sospenderà la parità concessa e l’erogazione di ogni contributo statale”.
Anche il Parlamento Europeo si pronuncia a tal senso e “invita tutti gli Stati membri e i Paesi candidati a garantire tale diritto a prescindere dall’origine sociale ed etnica e dalla situazione fisica o giuridica del bambino o dei suoi genitori”.

Di fronte alla proposta discriminatoria e razzista una donna marocchina da quindici anni in Italia che vorrebbe iscrivere la propria figlia alla scuola materna ha presentato un ricorso contro la Circolare al Tribunale civile di Milano. Il giudice Claudio Marangoni accoglie il ricorso della signora che ora può iscrivere la figlia a scuola, dichiarando il “carattere discriminatorio ai sensi degli articoli 43 e 44 D.Lgsvo 286/98 tenuto conto che l’articolo Testo Unico sull’Immigrazione prevede il diritto per i minori stranieri presenti sul territorio nazionale di usufruire dei servizi educativi a parità delle condizioni previste dalla legge per i cittadini italiani mentre – sotto altro profilo – ad essi viene assicurata la possibilità di soggiornare sul territorio nazionale a prescindere dalle condizioni di eventuale irregolarità dei loro genitori, così come sancito dalla Convenzione sui diritti del fanciullo” e ordinando altresì al Comune di Milano la cessazione di tale comportamento.

Per poco è sembrato che Letizia Moratti facesse marcia indietro ma è di questi giorni la notizia che il Comune di Milano non si rassegna e contesta il giudice Marangoni presentando ricorso contro l’ordinanza del tribunale che ha definito discriminatorio la Circolare del Comune.
La decisione è stata presa dalla giunta venerdì scorso “per riaffermare il principio di legalità e il rispetto dei diritti di tutti i minori, quelli milanesi e quelli stranieri regolari”, si legge in una nota di Palazzo Marino.
Ma la Giunta milanese sembra dunque seriamente impegnata a creare un clima scontroso, che svalorizza un contesto scolastico e sociale di vera convivenza e non meno, con grande ipocrisia il Sindaco nella personale scheda nel sito web del Comune si presenta come partecipante “a numerose attività umanitarie e di assistenza sociale nei confronti di chi vive situazioni di disagio e di emarginazione”, un immagine che non sembra proprio appartenerle.

Vedi anche:
Circolare del Comune di Milano n.20 del 17 dicembre 2007 – Modalità di iscrizione e registrazione alle scuole dell’infanzia del Comune di Milano.
Ordinanza n.2380/08 del Tribunale di Milano