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da Il Piccolo di Trieste del 7 aprile 2008

Imprenditrici straniere, il Friuli Venezia Giulia è al 14° posto

Secondo un’indagine di Unioncamere le donne immigrate in Italia hanno scelto soprattutto il settore del commercio per le loro attività: 20mila su 43mila

Non solo infermiere o badanti, ma anche piccole imprenditrici. Le donne straniere arrivate in Italia sanno spesso anche gestire un’azienda e lo fanno soprattutto nel commercio, che si rivela un settore di punta delle imprese individuali gestite da immigrate.
Su oltre 43.000 ditte iscritte al registro delle imprese delle Camere di Commercio, più di 20.000 operano infatti proprio in questo settore, distribuite a macchia di leopardo un pò in tutto il territorio nazionale, con la Lombardia capofila della classifica delle regioni (con 2.558 imprese), tallonata da Campania e Lazio. Il Friuli Venezia Giulia con 1.224 imprese è al quattordicesimo posto nella classifica delle regioni, ben dopo il Veneto (quinta). Sono i dati che emergono dal monitoraggio condotto da Unioncamere, l’Unione delle Camere di Commercio italiane.
La Lombardia, che peraltro concentra il maggior numero di imprese di immigrate a livello regionale (6.671), si dimostra terra di opportunità per le imprenditrici extracomunitarie. La regione vanta infatti il primato della presenza femminile di origine non italiana anche in altri settori: quello degli Alberghi e ristoranti (496 su 2.361 imprese totali), quello dei Servizi pubblici e personali (426 su 2.361 imprese totali), quello dei Servizi alle imprese (827 su 3.112 imprese totali), quello dei Trasporti e comunicazioni (500 su 1.664 imprese totali). Così come in altri settori meno rappresentati: le Costruzioni (190 su 1.036 imprese totali), Banche ed assicurazioni (64 su 392 imprese totali).
La Toscana, terra in cui sui servizi prevale la vocazione artigianale e industriale, è invece capofila della classifica regionale della presenza di imprenditrici immigrate nel settore manifatturiero: 2.002 le imprese in questa regione su un totale di 7.761.
Basti pensare per esempio al distretto tessile di Prato, dove abbondano le imprese extracomunitarie, a partire dalle cinesi. La manifattura di donne extracomunitarie è comunque presente in maniera consistente anche in Lombardia e Emilia Romagna.
Alla Sicilia, invece, il primato per la diffusione di imprese femminili di immigrate nel settore agricolo: 403 su un totale di 2.933. Le 7 imprese venete pongono poi la regione in cima alla esigua lista delle imprese di immigrate del settore della Pesca (che conta solo 20 imprese di donne immigrate totali; le 33 laziali in quella delle 139 imprese di immigrate del settore dell’Istruzione; le 23 piemontesi in quella delle imprese di immigrate attive nella Sanità privata (118 quelle totali).
Ecco di seguito una griglia che riassume la distribuzione regionale delle imprese «rosa» gestite da donne immigrate. Lombardia 6.671, Toscana 4.604, Lazio 4.244, Campania 3.792, Veneto 3.548, Emilia-Romagna 3.383, Piemonte 3.200, Sicilia 2.707, Puglia 1.722, Abruzzo 1.604, Calabria 1.448, Marche 1.426, Liguria 1.242, Friuli Venezia Giulia 1.224, Sardegna 690, Umbria 593, Trentino Alto Adige 339, Molise 302, Basilicata 292 e Valle d’Aosta 63. Totale imprese 43.094 .