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da Il Piccolo di Trieste del 29 aprile 2008

Sicurezza in fabbrica, un corso per stranieri

Iniziativa dall’Alef con il supporto del Comune

In attesa dell’avvio di nuove iniziative a livello provinciale, Monfalcone sta già rispondendo all’infortunio mortale di una settimana fa nello stabilimento Fincantieri con una serie di iniziative e di progetti nel campo della prevenzione e della sicurezza nei posti di lavoro. Ha preso il via proprio in questi giorni il progetto Info-Percorso di formazione/informazione per l’inserimento lavorativo della popolazione straniera, promosso dall’Alef con il supporto del Comune. Il corso, che si tiene il martedì e il giovedì, dalle 18 alle 21 nella sede della Cgil di via Pacinotti 21, punta a sostenere l’imprenditorialità , fornendo però anche conoscenze di base sulla lingua italiana e in materia di sicurezza e prevenzione degli infortuni. Il Consorzio per lo sviluppo industriale sta invece verificando la possibilità di attivare in una delle strutture di sua proprietà un centro di formazione e aggiornamento permantenti per i tecnici e le persone che già si occupano di sicurezza e salute negli ambienti di lavoro. Si tratta quindi di un progetto del tutto slegato da quello elaborato poco dopo il 2000 per la creazione di un Centro di promozione della sicurezza, abbandonato forzosamente dopo che erano stati ottenuti i fondi dell’Ue necessari a confinanziare l’opera. Il Consorzio, però, non si tirerebbe indietro, se la Regione pensasse di rilanciare il progetto, che il coordinatore cittadino di Fi, Giuseppe Nicoli, ha preannunciato di voler sottoporre all’attenzione del nuovo governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo. Il Consorzio, comunque, ha dovuto rinunciare a realizzare il centro nel 2003, quando emerse come insormontabile il problema della disponibilità dell’area su cui era prevista la realizzazione del progetto. Pur essendo area industriale di interesse regionale di competenza del Consorzio, anche se di proprietà del demanio dello Stato, l’area del Lisert è stata, di fatto, secondo l’ente, ritenuta da parte dell’ufficio del Genio civile per le Opere marittime di Trieste come zona dove depositare il materiale di dragaggio proveniente dall’escavo nuova darsena portuale. L’area, di fatto, è quindi risultata inutilizzabile. Per questo motivo e visto le concessioni dei finanziamenti europei contemplano un rigoroso rispetto dei tempi d’attuazione dei progetti, la giunta regionale il 10 maggio del 2004 ha deliberato di disimpegnare i 5,522 milioni di euro, già assegnati al Consorzio industriale per realizzare il centro (corrispondenti al 79% della spesa ammissibili) a favore di altri progetti cantierabili.