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Migrazioni femminili versol’Italia: tre collettività a confronto

In Italia, secondo le ultime stime del Dossier Caritas/Migrantes, ci sono 1.842.004 donne straniere
regolarmente presenti, pari al 49,9% del totale dei migranti (Caritas/Migrantes, 2007). Tra le
nazionalità con prevalenza femminile e con percentuali che oscillano tra il 50% ed il 90% troviamo
sia paesi europei – Romania (circa 53%), Ucraina (circa l’80%), Estonia (oltre il 90%) – che paesi
latinoamericani – Repubblica Domenicana (circa 70%), Brasile (70%), Ecuador e Perù (circa 60%).
Per quanto riguarda l’Africa, vanno segnalati tra i paesi con una forte percentuale di immigrazione
femminile l’Etiopia (oltre il 60%), il Madagascar e Capoverde (oltre il 70%), la Nigeria ed il Kenya
(circa il 60%). Anche tra le nazionalità asiatiche la presenza femminile è particolarmente
significativa nel caso della migrazione proveniente dalle Filippine (oltre il 60%) e dalla Thailandia
(oltre l’87%). Queste stime sono testimonianza di una graduale ma continua e consistente
femminilizzazione dell’attuale panorama dell’immigrazione in Italia.
Nel 2002 un ampio processo di regolarizzazione dei lavoratori immigrati è stato avviato dalle due
leggi 189 e 222 – cosiddette “Bossi-Fini”. Più di 700.000 migranti presenti irregolarmente in Italia
hanno fatto domanda di regolarizzazione e di queste domande 646.000 (circa 92%) sono state
accettate (ISTAT, 2005). In circa la metà dei casi (341.000) la regolarizzazione ha interessato il
lavoro di cura a domicilio.
Una conseguenza della regolarizzazione è stato quindi il radicale cambiamento della composizione
per nazionalità e sesso dei migranti presenti in Italia. Per quanto riguarda la composizione per
nazionalità, sono da segnalare in particolare il caso dei flussi di cittadini romeni che, già consistenti,
sono incrementati di circa 137 mila unità tra il 2003 ed il 2004 − oltre 134 mila permessi di
soggiorno concessi in base alle leggi “Bossi-Fini” − e quello dell’immigrazione dall’Ucraina che ha
iniziato a manifestarsi in modo consistente proprio a seguito dell’ultima regolarizzazione − 74 mila
unità nel biennio (ISTAT, 2007). Anche i flussi provenienti da Ecuador e Moldavia rientrano nel
gruppo delle quattro nazionalità che hanno maggiormente usufruito delle recente regolarizzazioni. È
quindi interessante notare come i flussi provenienti da questi paesi, pur essendo tra i più recenti,
hanno registrato una crescita molto rapida.
Dal punto di vista della composizione per genere, invece, anche se complessivamente il rapporto tra
i sessi appare sostanzialmente equilibrato − 102 maschi per 100 femmine (ibid.), in seguito alla
regolarizzazione, che ha fatto emergere le donne straniere impiegate in attività di assistenza o
lavoro domestico presso le famiglie, in alcuni casi si è avuto un notevole aumento della componente
femminile. Le collettività provenienti dall’Ucraina e dall’Ecuador, ma anche dalla Moldavia e dal
Perù mostrano un rapporto decisamente sbilanciato verso le donne.
Questo trend è continuato negli anni a seguire. Infatti, tra il 2005 ed il 2006, circa la metà delle
richieste per un regolare permesso di soggiorno sono state nuovamente per lavoro domestico1.
Anche in questo caso si tratta soprattutto di donne e la maggior parte è impiegata nel lavoro di cura.
Tra le nazionalità maggiormente rappresentate spiccano la Romania e l’Ucraina.
È interessante quindi osservare come le donne siano protagoniste del fenomeno migratorio che
coinvolge l’Italia e, soprattutto, lo siano in maniera attiva, con un tasso di occupazione che si
mostra significativamente alto. Infatti, a fine 2006 le donne nate all’estero con una occupazione
erano 571.499, secondo i dati dell’archivio Inail citati nel Dossier Caritas/Migrantes 2007,
rappresentando il 42% del totale degli immigrati. Di queste, il 46,7% proviene dall’Europa centroorientale,
mentre le donne latino-americane rappresentano il 14,3%.

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