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Ancora proteste nei centri di permanenza temporanea

Nuovo sciopero della fame in Via Brunelleschi a Torino

Dal 16 luglio è in atto uno sciopero della fame anche nel Cpt di Torino. I motivi scatenanti sono simili a molti altri che tristemente riempiono la quotidianeità dei centri di detenzione per migranti in tutta Europa: un tentativo di suicidio, da parte di un giovane marocchino salvato dai suoi compagni di cella, cui ha fatto seguito, appena poche ore dopo, una impietosa espulsione. E poi un nuovo gesto di autolesionismo da parte di un altro detenuto del centro cui è seguito un pestaggio da parte delle forze dell’ordine.
Lo stesso pomeriggio è stato organizzato di fronte al centro un presidio di solidarietà con i migranti in protesta che hanno fatto sentire la loro voce tramite le persone che si trovavano lì fuori per sostenerli.
Le testimonianze (raccolte da radio blackout) riportano ancora una volta gli stessi terribili dettagli: abuso di farmaci dati ai migranti per sedarli e tenerli calmi, condizioni igieniche invivibili, pesanti responsabilità della Croce Rossa che gestisce il centro nel rendere la permanenza dei detenuti ancora più insopportabile, e continuative violenze verbali da parte delle forze dell’ordine presenti nel cpt.

Questa di Torino è una protesta che si lega in qualche modo agli scioperi e alle rivolte del Cpt di Via Corelli a Milano.
Il caldo estivo rende le condizioni di questi posti ancora più invivibili ma, oltre a questo, probabilmente i migranti in detenzione amministrativa maturano ogni giorno maggiore consapevolezza dei propri diritti negati e dell’importanza di trovare la maniera di fare sentire la propria voce.
Con il progetto di innalzare i tempi di trattenimento fino a 18 mesi e moltiplicare i centri in tutta Italia questa situazione non potrà, evidentemente, che andare a peggiorare.