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dal Messaggero Veneto del 28 luglio 2008

Pipi: maestri elementari al Cpt, non la Pozzuolo

«Altro che brigata di cavalleria Pozzuolo. Per i Radicali i Cpt andrebbero proprio chiusi e in attesa bisognerebbe semmai inviarvi centinaia di maestri elementari utili a lenire la condizione di degrado umano e culturale in cui sono costretti degli esseri umani che non hanno commesso alcun crimine».
Questa la considerazione di partenza del segretario dell’associazione radicale “Trasparenza è partecipazione” Pietro Pipi che interviene per commentare la notizia dell’impiego di un contingente di qualche decina di militari della Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli” a presidio del Centro di permanenza temporanea (oggi ministerialmente ridenominato Centro di identificazione ed espulsione, Cie) gradiscano, impiego disposto dal nuovo decreto sicurezza approvato dal Senato.
«Circa un mese fa – ricorda Pipi – una delegazione radicale guidata dalla deputata radicale, eletta nel Pd, Rita Bernardini si è recata assieme al presidente della Provincia Enrico Gherghetta al Centro per immigrati di Gradisca. Abbiamo verificato che si tratta di una vera e propria struttura di reclusione per gente che, come facevano i nostri nonni, scappa dalla miseria per cercare una vita migliore. Se centinaia di persone arrivano nel nostro paese senza aver commesso alcun reato, vengono messe dietro le sbarre, ricevono un trattamento “poco umano” è facile ritenere che non appena escono non siano esattamente animati da buoni sentimenti verso la nostra gente».
«Non servono centinaia di militari – continua l’esponente radicale goriziano – per sorvegliare queste persone servono centinaia di maestri, di assistenti sociali e di mediatori culturali. Ci lascia molto perplessi, in queste ore, la posizione del presidente della Provincia Gherghetta che “non vede un problema” nell’utilizzo dell’esercito nel ruolo di sorveglianza al Cpt. Noi vorremmo vedere esercito e forze dell’ordine impegnati in altri compiti. Per questo facciamo un appello al primo cittadino di Gorizia Ettore Romoli chiedendogli di rinunciare al ruolo di sindaco-sceriffo impegnato a piazzare telecamere, chiudere locali e licenziare provvedimenti che limitano, anziché, ampliare la libertà personale».
«Come abbiamo detto all’indomani del sondaggio – conclude Pietro Pipi –, per i Radicali di Gorizia la priorità non è la sicurezza, ma, come recentemente ribadito dal professor Gabassi, preside del Sid, un impegno di tutte le forze politiche, sociali ed economiche per pianificare una strategia di sviluppo pluriennale per l’università. A favore del più deboli, siano essi profughi africani o tibetani. In questi giorni tra l’altro i radicali stanno organizzando tavoli informativi sulla tragedia tibetana alla quale solo Gherghetta ha dimostrato attenzione».