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da Il Piccolo di Trieste del 3 luglio 2008

Ponterosso, ambulanti con i senegalesi: «Hanno diritto di lavorare anche loro»

Perplessi sullo sfratto degli africani i commercianti della piazza

«Piazza del Ponterosso è grande; il Comune avrebbe potuto trovare un angolino anche per gli ambulanti senegalesi, magari eliminando qualche parcheggio: in fondo sono nostri ”colleghi” e hanno il diritto di lavorare». Dopo aver diviso per anni la piazza con le colorate bancarelle africane, gran parte degli ambulanti triestini del Canal Grande si schiera ora in difesa dei commercianti senegalesi, costretti ad abbandonare Ponterosso per far posto al nuovo mercato di prodotti tipici regionali.
Ieri, l’assenza degli stand africani si è fatta sentire fin dalle prime ore del mattino, colpa anche di un mercatino praticamente semi-deserto: un colpo d’occhio desolante, con solo 8-9 bancarelle disposte attorno alla fontana conosciuta come quella del «Giovannino». I pochi rimasti appartengono quasi tutti alla «vecchia guardia», ambulanti triestini presenti in Ponterosso da anni, se non addirittura decenni. Sono loro a dirsi i più dispiaciuti per la situazione venutasi a creare con la nascita del nuovo mercato, che ha visto la partenza di un gruppo di stranieri perfettamente integrati nella realtà locale.
«Sono tutte bravissime persone, ormai li conosciamo da anni – racconta la signora Lia, che sotto un caldo cocente continua a offrire ai passanti i suoi rametti di lavanda -: ormai avevamo anche imparato a salutarli nella loro lingua. In fondo fanno il nostro stesso mestiere: sarebbe stato sufficiente eliminare qualche parcheggio qui di fronte per ricavare uno spazio anche per loro».
Mentre parla, in piazza si avvicina un gruppo di ragazzi che, spaesati, si guardano attorno alla ricerca delle bancarelle africane. «Come non ci sono più? E adesso dove andiamo a comprare le magliette dei calciatori?» chiedono.
«Se il Comune voleva creare davvero un bel mercato di prodotti tipici – riprende la signora Lia -, allora avrebbe dovuto rendere la piazza più accogliente e trasformare il mercatino in chiave turistica, con bancarelle tutte uguali, come avviene a Lubiana e in altre città europee».
Solidale coi senegalesi è anche la signora Vanda, fioraia: «Un’alternativa valida si poteva trovare, visto che il posto non manca – afferma -. È facile dire: ”Andate da un’altra parte”. Non è semplice cambiare zona: ci vogliono anni per costruirsi una clientela, io l’ho provato sulla mia pelle quando sono arrivata qui».
A mettere dei «paletti» alla presenza dei commercianti senegalesi è invece il signor Sandro, fruttivendolo: «Per me possono anche rimanere, a patto che si mettano in regola» afferma. A dirsi favorevole alla decisione del Comune è un altro rivenditore di frutta, che preferisce l’anonimato: «Mi dispiace moltissimo dal punto di vista umano, anche perché li conosco tutti, ma è giusto che le leggi vadano rispettate».
E intanto ieri mattina, a osservare amareggiati da lontano la «loro» piazza c’erano alcuni degli ambulanti sfrattati martedì: «Alcuni di noi hanno provato a cercare posto nei mercati rionali, come a San Giacomo e in piazza Garibaldi, ma senza fortuna – raccontano -. Qui, invece, la piazza è mezza vuota: potevamo benissimo rimanere. Adesso continueremo a girare, ma continuiamo a sperare che le istituzioni trovino una soluzione ottimale anche per noi».
A questo proposito, però, l’assessore allo sviluppo economico Paolo Rovis è chiaro. «Abbiamo fatto il possibile. Abbiamo proposto alternative valide e negli altri mercati il posto c’è. Il calo degli operatori in Ponterosso, invece, è fisiologico: le bancarelle si alternano e molti devono ancora attrezzarsi per la vendita in strada». Intanto, già nei prossimi giorni, i consiglieri di opposizione, Racovelli, Decarli ed Edera chiederanno un nuovo incontro all’assessore Rovis per «aprire un dialogo e trovare nuove soluzioni».
di Elisa Lenarduzzi