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Ospiti o detenuti? Reportage dal Cara Cassibile

Visto da fuori ha la forma di una gabbia. Fatta di sbarre verdi alte cinque metri, una a dieci centimetri dall’altra. Da dentro ha la forma di un labirinto. Fatto di corridoi, letti a castello attaccati uno all’altro e lenzuola. È il centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) “Giovanni Paolo II” di Cassibile, una frazione di 6.000 abitanti del comune di Siracusa. Funziona dal luglio del 2005. Lo gestisce l’associazione Alma Mater, in convenzione con la Prefettura di Siracusa. Nel 2007 sono passate da qui oltre 3.000 persone e dall’inizio dell’anno sono già 1.565. Sono uomini (80%), donne (15%) e minori accompagnati (5%). In maggior parte somali (31%), nigeriani (18%), eritrei (9%) e maliani (8%). Quasi tutti sbarcati nel siracusano.

Al momento della nostra visita, ieri, la struttura ospitava 247 persone, ma questa estate ha raggiunto le 421 presenze. Gli immigrati dormono in camerate di varia grandezza. Al pian terreno si trova uno stanzone con 30 letti a castello, un labirinto di ferro e lenzuola, con due stretti corridoi che portano ai servizi: 20 docce e 15 bagni in tutto che devono servire a centinaia di persone. I nuclei familiari sono separati. Le donne dormono nella sezione femminile con i bambini, e gli uomini nelle camerate maschili. Al momento dell’ingresso nessuno ha ricevuto l’opuscolo informativo multilingue redatto dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo, come invece prevede il Decreto legislativo 25 del 28 gennaio 2008.

Sulla carta sono qui come ospiti, ma in pratica no. Al momento della nostra visita, almeno 150 dei 247 presenti non erano autorizzati a lasciare la struttura, presidiata da otto militari in mimetica, armati di mitra, e dotati di un mezzo blindato. Motivo? Devono ancora formalizzare la propria richiesta d’asilo. C’è chi attende di farlo da cinque settimane. Ma non dipende da loro. Le risorse dell’Ufficio immigrazione sono poche, al centro lavorano stabilmente solo tre funzionari, che non riescono a smaltire più di 10-20 pratiche al giorno, e spesso sospendono tutto perché impegnati negli altri Cara aperti con l’emergenza sbarchi nella provincia di Siracusa.

In gergo li chiamano “centri satelliti”. Servono a “smaltire” i richiedenti asilo in eccesso del già sovraffollato Cara di Cassibile, che da solo non riesce a far fronte a tutti gli sbarchi sulle coste del siracusano, già 32 quest’anno. La Protezione civile gestisce l’ospitalità di 52 richiedenti asilo sistemati in un pallone tensostatico a Rosolini e di altri 150 messi nell’ex scuola di Villa Ortisi, a Siracusa. Le suore del Cenacolo Dominicano ospitano 66 persone, soprattutto donne, a Solarino. E poi c’è l’ex orfanotrofio Umberto I, a Siracusa, dove si trovano 100 richiedenti asilo. A gestirlo è la stessa Alma Mater, che a Siracusa ha anche altri 40 posti in via Polibio e Corso Gelone. A pieno regime, nei quattro centri, Alma Mater ha una disponibilità di 390 posti. Che nell’estate possono salire fino a 540 (il 4 settembre il Giovanni Paolo II ospitava 409 persone). Per ogni ospite la Prefettura paga 49 euro al giorno. Il che significa una media di 20.000 euro al giorno. Non male per un progetto che impiega 80 dipendenti. Non male per un’associazione che è parte del Consorzio Connecting People, che in Italia gestisce i centri di accoglienza di Cagliari, Trapani, Salina Grande, Brindisi, e Gradisca. Non male per un’associazione che per gestire il centro di Cassibile non ha mai partecipato ad una gara d’appalto.

Tutto inizia nell’aprile del 2005. Quando l’associazione Alma Mater prese in affitto alcuni locali di una vecchia fabbrica di proprietà di Gutkowski Pulejo Loffredo Silvestro, più noto come Il Marchese, l’erede delle immense proprietà terriere concesse nel XVIII secolo dai Borboni ai Loffredo, che nel 1850 costruirono Cassibile. Il progetto prevedeva l’accoglienza dei braccianti stagionali immigrati, che da aprile a luglio sono impiegati nella raccolta delle patate, spesso proprio sui campi del marchese. Nel luglio del 2005, il Ministero dell’Interno chiese a Alma Mater di ospitare un gruppo di immigrati sbarcato nella vicina Pozzallo. Dopodichè venne firmata una convenzione – senza gara – per la gestione di un centro di prima accoglienza. Nell’aprile del 2008 il centro è stato trasformato in Cara. La convenzione, non è mai stata resa pubblica, nemmeno dopo le richieste della parlamentare Rita Bernardini, dei Radicali, che ha visitato il centro il 6 luglio e il 20 settembre 2008.

Intanto il 29 settembre 2008 la sezione penale del Tribunale di Siracusa in sede di riesame ha annullato il sequestro della somma di 142.000 euro, che il giudice per le indagini preliminari aveva disposto ai danni di Alma Mater, lo scorso 6 settembre 2008, accusando di truffa aggravata i responsabili dell’associazione, per delle fatture gonfiate di servizi di lavanderia e acquisto di mobili. In attesa di vedere come si concluderanno le indagini, a dicembre 2008, per la prima volta dopo tre anni di Alma Mater, ci sarà la prima gara pubblica per la gestione del Cara di Cassibile