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Ricerca Idos: gli albanesi in Italia, dagli sbarchi all’inserimento

Dagli sbarchi di massa all’inserimento nella vita quotidiana. Dal pregiudizio etnico alla caduta dell’etichetta di criminali e alla formazione di una comunità inserita, giovane, presente con tutta la famiglia. È il percorso dell’immigrazione albanese in Italia: una presenza che nel 2007 è la terza dopo gli immigrati della Romania e del Marocco con 420 mila presenze regolari. A tracciare storia e dinamiche della comunità albanese è il volume “Gli albanesi in Italia. Conseguenze economiche e sociali dell’immigrazione”, realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con l’Università di Bari, l’Università di Tirana, la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes e presentato oggi a Bari.

Dal 1991 l’integrazione degli albanesi è ostacolata dal pregiudizio etnico, rilevano i curatori del volume, e solo a partire dagli anni 2000 inizia la fase di maturazione dell’immigrazione che si risolve in inserimento positivo nonostante gli aspetti penali (un senso delle denunce) che però sono da addebitare in gran parte alla criminalità organizzata.

La comunità albanese, rileva lo studio, è presente su tutto il territorio nazionale e specialmente nelle regioni settentrionali, dove risiedono i due terzi della presenza. C’è equilibrio fra uomini e donne per effetto della ricomposizione dei nuclei familiari. I più sono di giovane età, tra i 18 e i 40 anni. L’incidenza dei coniugati riguarda i due terzi della presenza ed è nettamente superiore a quella media del totale degli immigrati (+ 8 punti percentuali). Il processo di “familiarizzazione”, rileva la ricerca, è evidenziato anche dal fatto che il 52% degli albanesi è titolare di permesso di soggiorno per lavoro e il 42,5 di un permesso di lavoro per famiglia (11 punti in più rispetto alla media).

Aumentano i matrimoni misti che, a differenza di quanto avviene per la maggior parte delle altre collettività immigrate, coinvolgono in tre casi su quattro gli uomini albanesi. E c’è un forte interesse verso la cittadinanza italiana: nel 2006 le acquisizioni per matrimonio sono state 1.535 (78,6% a beneficio di donne) e quelle per residenza 795 (di cui 25,0% costituito da donne).

L’ingresso in Italia per i lavoratori albanesi è regolamentato nell’ambito del sistema del decreto flussi annuale, con quote privilegiate. Nel triennio 2005-2007 (dati Ministero dell’Interno) attraverso i decreti flussi sono state 41.221 le istanze di assunzione presentate presso lo sportello unico a favore di lavoratori albanesi, pari al 6,2% del totale stranieri (670.459).

Caduta dunque l’etichetta di criminali nei confronti degli immigrati dall’Albania, le denunce complessive nel periodo 2000-2006 sono diventate numericamente inferiori a quelle degli anni Novanta. È invece accaduto il contrario per i reati tipici non della criminalità individuale, ma di quella organizzata. La criminalità organizzata albanese, rileva lo studio, ha iniziato col traffico della droga poi si è rivolta a quello delle persone e ha assunto un’organizzazione sempre più autonoma.