E’ attorno ai tavolini della grande sala dello spazio sociale Laboratorio Aq16 che a Reggio Emilia , la quarta città in Italia per numero di clandestini, è nata l’associazione Città Migrante. Lo sportello migranti del laboratorio raccoglie richieste, aiuta a fare pratiche. Sono tanti quelli che lamentano di non essere stati pagati, specie in edilizia. Alcuni hanno preso una piccola parte di quel che gli spettava, altri niente. In terra reggiana del resto è tutto un pullulare di attività edilizia, per costruire alberghi, palazzi, nuovi quartieri residenziali –e se si allarga il raggio, tra Parma e Bologna ci sono opere importanti: alta velocità, tangenziali, autostrada, fiorenti attività che non potevano non attirare le attenzioni della criminalità, come hanno attestato le inchieste della magistratura.
Molti dei lavoratori truffati sono egiziani. Quasi tutti clandestini, ché il clandestini “serve” a questo: a fare il servo, che lavora e tace. E’ da loro che nasce l’idea di fare un comitato lavoro irregolari per rivendicare diritti fondamentali che a loro sono negati. Te lo dicono molto semplicemente: tutti i clandestini qui a Reggio Emilia hanno lavorato parecchi giorni con ditte e non sono stati pagati. Il Comitato lavoro irregolari si è poi trasformato in “associazione Città Migrante”, che ha coinvolto migranti di altre nazionalità: bisogna passare a rivendicare i diritti piu’ elementari, che ora ci sono negati. Bisogna far sapere che noi, sommersi, clandestini, esistiamo. E far sapere come. Per manifestarsi, uno dei modi è la rete: esiste un blog (cittamigrante.noblogs.org) che, per quanto non aggiornato regolarmente, tiene traccia di questa attività di presa di parola. Ecco, è questa Emilia l’erede delle lotte storiche dei lavoratori di un tempo. Forse, un giorno, si parlerà di queste esperienze come noi oggi parliamo delle prime associazioni socialiste nell’Italia risorgimentale.
Dall'Unità del 20 dicembre 2008
Dall’Emilia clandestina
Buone dal web di Marco Rovelli
Argomenti
Vedi anche
Salsa Sfruttazero, la campagna 2024
In sostegno all’agricoltura contadina agroecologica e al lavoro in autogestione
«Fuori dal buio», un libro di Francesco Piobbichi
Un racconto illustrato sui braccianti invisibili della Piana di Gioia Tauro (Cronache Ribelli, 2024)
Click day: Ero Straniero chiede di non lasciare nell’irregolarità chi entra con il decreto flussi
La campagna insieme ad oltre 30 organizzazioni scrive una lettera al ministro Piantedosi
All’ombra degli ulivi: per un’indagine storico – antropologica del caporalato a Campobello di Mazara
Tesi di laurea di Giuseppe Procida