La notizia arriva da uno degli “ospiti” della struttura: stava male, non lo hanno curato. Il direttore del centro: arresto cardiaco, era tossicodipendente
“Hanno ammazzato un algerino”. La notizia, ancora non confermata, è arrivata poche ore fa dall’interno del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma. A contattarci uno dei ragazzi rinchiusi, del quale non riveliamo il nome. “Stava male, ieri sera, ed è stato portato nell’infermeria del centro. Non si sa cosa avesse, di quale malattia soffriva. I poliziotti lo hanno portato nell’infermeria, dove è stato visitato. Pensavano che fingesse. Pensavano che non avesse nulla”.
La nostra fonte ci riferisce che i poliziotti lo hanno picchiato e che gli è stato detto di ’andarsi a prendere le medicine al suo Paese’. “Quando lo hanno dimesso dall’infermeria, prima che rientrasse nella stanza, lo hanno menato. Lo abbiamo trovato morto stamattina, nella sua stanza. Abbiamo chiamato i poliziotti, che si sono avvicinati e hanno cominciato a muoverlo, con i piedi. Poi lo hanno portato fuori”. Da quanto tempo era dentro? “Solo due giorni”. Quanti anni aveva? “Ventiquattro”.
Il direttore del centro, Fabio Ciciliano, contattato successivamente, ha confermato la morte dell’algerino, smentendo tuttavia il fatto che la persona sia deceduta a causa di percosse. “L’uomo non ha 24 anni, ma 42 – ha detto Ciciliano – e non è stato picchiato dalla polizia. La causa del decesso è un arresto cardiocircolatorio. L’uomo è deceduto stamattina, dopo essersi sentito male durante la notte. Era tossicodipendente”. Ciciliano ha avvertito l’autorità giudiziaria, che disporrà l’autopsia per accertare le cause della morte.
Le audio-testimonianze
– La prima testimonianza dall’interno del centro di Ponte Galeria
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– Le parole di Fabio Ciciliano, direttore del centro
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(registrazioni di Radio Popolare)