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Padova – Discriminazioni a scuola. Una preside chiede il permesso di soggiorno per accedere agli esami di maturità

Il comunicato dell'Ass. Razzismo Stop e dell'Ass Difesa Lavoratori Cobas

Dopo le classi ponte i presidi spia. Il razzismo e le discriminazioni viaggiano anche tra i banchi di scuola. Ma il razzismo non viene dagli alunni che spesso non fanno del colore della pelle, della nazionalità o della regolarità dei documenti, alcuna differenza, ma proprio da parte di chi dovrebbe garantire loro parità di trattamento.

Da una segnalazione pervenuta all’Associazione Razzismo Stop, al Progetto Melting Pot Europa, ai Cobas Scuola (Adl) abbiamo appreso che all’istituto professionale Leonardo Da Vinci una preside, senza che vi fosse alcun ordine da parte del Ministero o del Provveditorato agli studi, ha di sua iniziativa chiesto agli alunni extracomunitari di portare il permesso di soggiorno in vista di una possibile richiesta del documento da parte della Commissione d’ esami. Ricordiamo che il pacchetto sicurezza non è ancora in vigore ed in ogni caso che al suo interno è stata inserita una deroga alla richiesta del permesso di soggiorno prorpio per l’iscrizione scolastica.

Per quanto riguarda la scuola, la legislazione in vigore prevede all’art 45, comma 1, del Testo Unico sull’immigrazione, senza lasciare spazio a dubbi, che “i minori stranieri presenti sul territorio nazionale abbiano diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno, nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. L’iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani. Essa può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri privi di documentazione anagrafica ovvero in possesso di documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con riserva”. E al comma 2 specifica che “ l’iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio delle scuole di ogni ordine e grado”.
Una sentenza del Consiglio di Stato, che si era pronunciata sull’argomento, riteneva inoltre infondata tale richiesta in un caso analogo.
A prescindere dall’avere o non avere il permesso di soggiorno quindi, un minore straniero può iscriversi alle scuole di ogni ordine e grado e la prevista iscrizione con riserva, per chi non è in possesso dei documenti, non può inibire il conseguimento del titolo di studio.
Si presume quindi che al diritto all’iscrizione debba essere conseguente anche un diritto ad ottenere il titolo.

La preside si sarebbe dovuta preoccupare piuttosto di proteggere i suoi alunni da eventuali richieste dei documenti. Perchè nessuno ha titolo di chiedere certificati non previsti dalla normativa. Chiedere documenti aggiuntivi, soprattutto se in base a differenze etniche, è una palese discriminazione.

Il pacchetto sicurezza sembra produrre quindi i suoi effetti ancor prima di essere approvato. Lo fa introiettando nel corpo sociale razzismo e discriminazioni come modalità ordinaria di gestione dei rapporti. Un medioevo dei diritti alle porte, davanti ad una società che è già multi-etnica dove circa 600mila alunni stranieri frequentano la scuola.

Contro il pacchetto sicurezza e le discriminazioni saremo quindi in piazza sabato 23 maggio alle ore 16, Piazzale della Stazione, per un happening anti-razzista

Associazione Razzismo Stop – Associazione Difesa Lavoratori Cobas