Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

a cura dell'Avv. Marco Paggi

Tribunale di Milano – Allontanato un testimone perchè senza permesso. A rischio i processi per sfruttamento del lavoro nero

Ma il reato di ingresso e soggiorno irregolare non è ancora stato approvato

Il pacchetto sicurezza approderà nuovamente al Senato tra pochi giorni per l’approvazione definitiva, dopo il sì della Camera con voto di fiducia. Ma come per la norma sui medici-spia, poi stralciata dal testo, anche alti punti del provvedimento sembrano produrre effetti ancor prima della loro entrata in vigore: chissà cosa succederà quando avremo a che fare con le norme vigenti! Nei mesi scorsi era stato rilevato un notevole calo di affluenza di stranieri presso le strutture sanitarie, proprio immediatamente dopo l’acceso dibattito pubblico sul tema Ma oggi un’altra notizia riguarda l’allontanamento da un’udienza del Tribunale di Milano di uno straniero, in quanto privo di permesso di soggiorno, con l’ulteriore minaccia di denuncia alla procura della Repubblica. Sarebbe stato annunciato che, con l’entrata in vigore del reato di clandestinità, si provvederà d’ufficio alla segnalazione all’autorità giudiziaria di tutti gli immigrati irregolari che abbiano promosso una causa di lavoro, nonché dei relativi testimoni che si presenteranno senza permesso a rendere testimonianza davanti all’autorità giudiziaria.
L’allontanamento di questo testimone rappresenta una applicazione anticipata illegittimamente di una norma che ancora non è in vigore.

Ad oggi non esiste ancora il reato di ingresso e soggiorno irregolare e quindi un clandestino può testimoniare senza incorrere in alcuna sanzione. Certo, l’autorità di polizia dovrebbe adottare il provvedimento amministrativo di espulsione, ma l’autorità giudiziaria non avrebbe l’obbligo legale di denuncia di reato proprio perchè il reato ancora non esiste.
Questo allontanamento lascia quindi perplessi; certo è che, se verrà introdotto il reato di ingresso e soggiorno irregolare, la denuncia nei confronti dei cittadini stranieri che si apprende siano illegalmente sul territorio nazionale, diverrà un atto dovuto da parte di ogni pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio nello svolgimento delle sue funzioni, ivi compresi i magistrati di qualsiasi ambito. Il fatto che uno straniero sia irregolarmente soggiornante sul territorio, o che sia risultato in passato irregolarmente soggiornante, non impedisce che questi conferisca una valida procura ad un avvocato per agire a suo nome o per suo conto, così come pure un sindacato, e che possa così far valere i suoi diritti di lavoratore. Certo, nei casi concreti, come quello segnalato, nei rapporti di lavoro, ovviamente irregolari, di un cittadino irregolarmente soggiornante, proprio perchè il lavoro nero non è documentato, l’unico modo di dimostrare l’esistenza di un rapporto di lavoro, la sua durata, la sua entità e la natura delle mansioni svolte, è rimessa alla testimonianza dei colleghi di lavoro. Se i colleghi di lavoro condividono la sorte di irregolarmente soggiornanti è chiaro che la testimonianza davanti al giudice non potrà più essere resa perchè contemporaneamente potrebbe essere azionato il procedimento penale nei confronti del testimone che lo esporrebbe all’espulsione.

Questo, fermo restando che la prova testimoniale può essere assunta anche per rogatoria (all’estero) e quindi un eventuale connazionale che abbia condiviso le sorti di ingresso e presenza irregolare sul territorio, e di rientro nel paese di origine, potrebbe teoricamente testimoniare, ma è fin troppo chiaro che le possibilità di dimostrare l’esistenza di un rapporto di lavoro irregolare in un ambito di tipico impiego di lavoratori clandestini diventano ovviamente molto più difficili, e questo costituisce non una mera conseguenza casuale ma una scelta precisa di questo governo.