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dal Messaggero Veneto del 28 maggio 2009

Troppi ospiti alla Caritas: «Aiutateci»

Ci si è messo adesso anche il supercaldo degli ultimi giorni a rendere più problematica la situazione di sovraffollamento dei due centri di accoglienza della Caritas del capoluogo isontino. Da almeno nove mesi il sodalizio diocesano goriziano si sta facendo carico di ospitare nelle proprie strutture di accoglienza, il San Giuseppe e il dormitorio Faidutti, gli immigrati extracomunitari richiedenti asilo usciti dal Cara di Gradisca, mesi nei quali i volontari della Caritas hanno dato una sistemazione mediamente a un centinaio di persone ogni giorno.
La situazione, come si ricorderà, era peggiorata ulteriormente da fine marzo in poi con l’arrivo alla Caritas di Gorizia di immigrati richiedenti asilo provenienti dal Cara di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma, tanto che il direttore della Caritas, don Paolo Zuttion, aveva sottolineato chiaramente, in quell’occasione, di non poter più accogliere altri immigrati. Nonostante nelle ultime settimane diversi ospiti abbiano lasciato le strutture diocesane, altri immigrati sono stati accolti e così sia il Faidutti sia il San Giuseppe stanno tuttora scoppiando e ospitano un numero di persone pari a oltre il doppio della rispettiva capienza.
«Attualmente – conferma il direttore della Caritas diocesana – ne abbiamo oltre un centinaio e la situazione purtroppo non migliora. Poi ci si mette il caldo, che certo non favorisce la convivenza in situazione di sovraffollamento, anche se fra gli ospiti ci sono tantissimi immigrati africani che sono abituati alle temperature così elevate».
«Se non altro – sorride con Paolo con un punta di amarezza –, considerando le nostre ristrettezze finanziarie, rispetto ai primi mesi di quest’anno si risparmia sul riscaldamento, ma le spese per l’acqua e l’energia elettrica restano elevatissime, per non parlare di quello che spendiamo per garantire i pasti agli ospiti, almeno 12 mila euro al mese soltanto per il vitto. A proposito di finanziamenti: non possiamo non ringraziare nuovamente la Fondazione Carigo, che ultimamente ci ha messo a disposizione un contributo pari a 25 mila euro».
«A parte questo, purtroppo siamo alle solite – aggiunge il direttore del sodalizio diocesano –: gli appelli alle istituzioni, Parlamento compreso, non sono serviti a migliorare la situazione. Sembra che il messaggio sia che se vogliamo dare ospitalità a queste persone è affar nostro, che la questione non è di loro competenza. Da parte nostra, non ci resta che andare avanti finché possiamo per aiutare questa gente. Ci sono ragazzi che meritano tutto il nostro supporto, persone encomiabili che ogni giorno prendono la bici e girano la provincia in cerca di lavoro arrivando fino a Grado, pur sapendo che le possibilità sono quasi nulle».
(p.t.)