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Padova – Io non respingo, a scuola nessuno è clandestino e all’università non si laureano i dittatori!

Lunedì 15 giugno ore 21.00

Il Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica di Padova aderisce alla campagna nazionale contro i respingimenti “Io non respingo”, promossa dal 10 al 20 giugno 2009 in decine di città italiane, in occasione della visita di Gheddafi in Italia.

Lunedì 15 giugno 2009 è in programma un momento informativo e di approfondimento aperto a tutti presso il Cinema Torresino, via del Torresino – Padova, promosso in collaborazione con il circolo the Last Tycoon.

Alle ore 21.00 ci sarà la proiezione del film-documentario “Come un uomo sulla terra” di Riccardo Biadene, Andrea Segre, Dagmawi Yimer. “Come un uomo sulla terra” è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale viene data voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste.

Alla proiezione seguirà una discussione con Annalisa Frisina e Devi Sacchetto, ricercatori presso il Dipartimento di Sociologia dell’Università di Padova e con insegnanti e genitori impegnati sui temi dell’accoglienza a scuola.

Io non respingo, a scuola nessuno è clandestino e all’università non si laureano i dittatori!

Promuoviamo questa iniziativa per proporre una riflessione sui temi dei respingimenti e più in generale dell’immigrazione, perchè riguardano da vicino la scuola.

La questione dei respingimenti ci ha toccati tutti in queste settimane. Chi conosce quale destino attende i migranti e i rifugiati respinti al largo di Lampedusa e imprigionati nelle carceri libiche, non può rimanere indifferente e complice. In Libia ogni giorno centinaia di persone in fuga dalla guerra o dalla miseria provenienti da ogni parte dell’ Africa vengono arrestati, torturati, venduti e rivenduti come schiavi con la complicità delle autorità locali, qualche volta lasciati al loro destino sulle carrette del mare, infine bloccati e riaccompagnati nei centri di detenzione libici.

In questi giorni vediamo accogliere con tutte le onorificenze Gheddafi, un dittatore che governa il proprio paese in maniera dispotica. Una università italiana, con una apposita delibera, addirittura lo ha proposto per il conferimento di una laurea ad honorem in diritto. Baci e abbracci in nome di accordi bilaterali che violano la legalità internazionale, nascondono ipocritamente una triste e pesante realtà di violenza e negazione di diritti, rispondono a chiari interessi di potere.

Pensiamo che i respingimenti siano solo uno degli aspetti di una politica che non si fa scrupolo di fomentare paure, alimentare diffidenze, creare allarme, per poi “mostrare i muscoli” offrendo ai propri cittadini lo spettacolare respingimento dei barconi in nome del mito della “sicurezza”.

Vista “da scuola” la questione ci fa riflettere.

A scuola viviamo e tocchiamo con mano le scelte del governo italiano di togliere risorse all’istruzione e diminuire le opportunità formative e di crescita per i bambini di oggi, cittadini di oggi e di domani: il primo dei tre anni di tagli previsti lo sperimenteranno i nostri figli e alunni già dal prossimo settembre 2009.

A scuola viviamo un clima culturale che vorrebbe alimentare pregiudizi e osserviamo una classe politica inventarsi delle improbabili motivazioni “pedagogiche” per approvare in parlamento una mozione per “isolare” i bimbi immigrati in apposite “classi” allo scopo di “insegnare loro l’italiano”

A scuola tocchiamo gli effetti di questo clima sulla pelle dei ragazzi quando un dirigente scolastico chiede pubblicamente a uno studente il permesso di soggiorno o quando si vorrebbero chiamare tutti i funzionari di pubblico servizio -e quindi anche gli insegnanti- a denunciare i figli di immigrati irregolari.

Vediamo un paese che invecchia, che si riduce demograficamente. Pensiamo che nel mondo la solidarietà, la cooperazione e la legalità internazionale possano costruire qualcosa di migliore di quanto non possano fare le politiche dei muscoli e gli interessi di potere.

Pensiamo che gli immigrati siano una risorsa per il nostro paese e che i loro figli sono bambini come i nostri. Bambini che vivono, giocano e studiano insieme. Basta fare un giro per le nostre scuole per capire il valore aggiunto e la ricchezza di questo crescere insieme.

A scuola vediamo una bambina africana spiegare le parole con le doppie ad un bambino veneto o un bambino filippino ballare una samba brasiliana nella festina di fine anno. Sentiamo nostro figlio tornare a casa e dirci “Sai, abbiamo un nuovo compagno di classe, è rumeno e non parla italiano. Ma noi glielo stiamo insegnando!”.

É semplice. É nei banchi di scuola che si coltiva e si costruisce la sicurezza, la condivisione, il rispetto. Scuola, diritti e istruzione oggi significano coltivare un futuro libero dalla paura e dalla disperazione.

E in quanto genitori e insegnanti, impegnati nell’educare e crescere i nostri bimbi, non abbiamo dubbi: il futuro non è nelle politiche della paura e dei tagli di bilancio all’istruzione ma nel dare forza e risorse alla scuola, alle nuove generazioni, all’accoglienza.

Per questo aderiamo alla campagna “Io non respingo”. Per questo sottoscriviamo la lettera di centinaia di docenti italiani contro la laurea ad honorem al dittatore libico Gheddafi. Per questo vogliamo manifestare il nostro dissenso, per non rimanere indifferenti, e per essere migliori di chi ci rappresenta. Per questo continueremo a batterci, per una scuola di qualità, di tutti e per tutti.

Per una scuola capace di accogliere e di condividere.

Un bacio ugandese, un abbraccio filippino e una stretta di mano rumena!

Comitato genitori e insegnanti per la scuola pubblica di Padova e provincia

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