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Colf e badanti, corsa alla regolarizzazione

Saranno centinaia di migliaia le richieste che i patronati gireranno agli uffici della pubblica amministrazione

MILANO – Un agosto di lavoro per i sindacati e di angosce per immigrati e famiglie italiane. Il sipario sul sommerso aperto dal reato di immigrazione clandestina, una delle misure contenute nel recente pacchetto sicurezza del governo, scatenerà dal primo settembre una corsa alla regolarizzazione dei rapporti di lavoro – per ora solo di colf e badanti – per tutti quei nuclei familiari che non vorranno rinunciare all’assistenza delle proprie collaboratrici domestiche, impiegate finora in nero. Saranno centinaia di migliaia, da tutta Italia, le richieste che i patronati gireranno agli uffici della pubblica amministrazione, ancora oberati da pratiche del 2006.

I CASI – E già emergono i diversi “casi professionali” che l’attuale normativa non ha previsto: badanti a cui è morto l’anziano che curavano; lavoratrici che, prive di tutele, una volta rimaste incinta sono state licenziate in tronco; operai che, per la crisi economica, hanno perso magari solo per qualche mese il lavoro ma che adesso rischiano di non raggiungere la soglia annuale di Cud necessaria per restare in Italia; e c’è anche il caso limite di chi lavora poche ore ma per più famiglie, e deve trovare un unico datore di lavoro che si presenti allo sportello e si assuma – a nome delle altre famiglie – la responsabilità di garantire alla lavoratrice il monte ore settimanale, oltre che raccogliere i vari contributi previdenziali spettanti ai singoli. A questo si aggiunge il terrore dell’espulsione: gli immigrati irregolari hanno paura ormai non solo di portare i figli a scuola o di andare al pronto soccorso – per il rischio di essere denunciati – ma anche solo di uscire di casa. Ad essere preoccupate sono anche famiglie e pensionati: da una parte, per la paura di poter incorrere nel reato di sfruttamento della manodopera clandestina, e dall’altra per la difficoltà economica di sanare tasse e contributi pregressi e di far fronte a un contratto di assunzione in piena regola.

Giuseppe Gaetano