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da "Ravenna&dintorni" - 23 luglio 2009

Ravenna – Un progetto contro la tratta delle “invisibili”

Non solo repressione, quindi. L’Amministrazione comunale ha infatti voluto presentare nel dettaglio i progetti per il reinserimento sociale di chi decide di lasciare la strada. «Dal 1996 è attivo il progetto “Oltre la Strada”, gestito in rete regionale, per il rispetto dell’art. 18 del testo unico sull’immigrazione – ha detto l’assessore all’Immigrazione Ilario Farabegoli –. Il progetto si rivolge alle vittime dello sfruttamento sessuale e prevede l’ospitalità a indirizzo segreto, corsi di alfabetizzazione e di formazione professionale, quindi, un percorso per il conseguimento del permesso di soggiorno».
Dal 1996 a oggi il progetto “Oltre la strada” ha accolto 370 persone, di cui 39 nel solo 2008. Di queste, 22 erano donne e 17 uomini o trans; 4 sono stati i nuovi ingressi nei primi 6 mesi del 2009. Al 2006 risale invece il progetto per l’assistenza alle persone sottoposte a forme di schiavitù diverse da quella sessuale, che prevede oltre all’ospitalità, anche l’accompagnamento ai servizi socio-sanitari e la consulenza legale nel caso di denuncia contro i datori di lavoro. Ad oggi sono state seguite 27 persone: 7 provenivano dal settore agricolo, 1 dall’artigianato, e 1 dal badantato. Nella prima parte del 2009 sono invece stati seguiti 2 uomini e 1 minorenne. è inoltre attivo 24 ore su 24 un apposito numero verde cui si collega un altro progetto che fa riferimento alla rete regionale con 14 punti di accoglienza. Un altro progetto importante per la riduzione del danno è Lunatica, con unità di strada che svolgono uscite per stabilire un contatto, effettuare accompagnamenti sanitari e distribuire materiale informativo e preservativi.
Il lavoro su strada in particolare ha permesso di cogliere alcuni mutamenti significativi sulle nazionalità coinvolte nei fenomeni di sfruttamento. Se dal 2003 al 2006, sulla strada prevalevano le nazionalità brasiliana e nigeriana, nel 2009 sono aumentate le presenze dall’Est Europa. «La maggiore presenza di persone comunitarie – ha spiegato Farabegoli – ha determinato una flessione nelle richieste di uscita dalla prostituzione perché è venuta meno la forte motivazione di ottenere il permesso di soggiorno». Per questo è stato attivato un nuovo progetto sulla “Prostituzione Invisibile”, per capire come entrare in contatto con questo nuovo target e quello costretto a prostituirsi in appartamento.

Sabrina Lupinelli