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da CIttà Meticcia - Ottobre 2009

Ravenna – Un primo bilancio sull’ennesima “ultima” sanatoria

di Francesco Bernabini

Le domanda presentate a livello nazionale sono state 294.744mila. In provincia di Ravenna 1701. Spetta a Milano il primato per numero di dichiarazioni presentate: 43.393mila. Isernia fanalino di coda: 51. In Emilia Romagna abbiamo al primo posto ovviamente Bologna con 6511 domande, anche se province molto più ridotte come Reggio Emilia e Modena hanno visto rispettivamente 5680 e 6199 richieste di sanatoria. In una suddivisione per cittadinanza delle colf e della badanti sono ucraine le straniere per cui sono stati chieste più regolarizzazioni: 37178 a livello nazionale. Seguono i cittadini del Marocco a cui sono riferite 36112 domande. Quest’ultimo dato potrebbe essere molto interessante se fosse possibile dividerlo per il sesso. Da quanto riferito dai patronati e dai comuni che hanno fornito ai datori di lavoro per la procedura di emersione, quasi la metà delle domande ha riguardato colf e badanti uomini.

Si è parlato molto di flop, in quanto le domande sono state notevolmente
inferiori rispetto all’ultima stima del Viminale, che prevedeva dalle 500 alle
750 mila domande. Il Ministro Maroni ha replicato che le stime erano state fatte
a casaccio. Effettivamente una prima state effettuata al luglio dalla Ragioneria
dello Stato prevedeva 170mila domande per colf e badanti non comunitarie,
130mila per colf e badanti italiane e comunitarie. Per queste ultime le domande
sono state in realtà circa 1000 in tutta Italia. La stima a casaccio presenta
tuttavia una particolarità: 500/750 mila è esattamente l’ultima cifra fornita
dall’Ocse relativa alla presenza complessiva di lavoratori stranieri privi di
permesso di soggiorno in Italia (non solo colf e badanti, dunque). Rispetto al
lavoro domestico sommerso l’Irs (Istituto per la ricerca sociale) all’inizio del
2009 parlava di 300mila lavoratrici domestiche senza permesso di soggiorno.

Una cosa comunque è certa. In Italia la stragrande maggioranza dei cittadini stranieri regolari, ma anche naturalizzati, sono stati in passato “clandestini”. Con le sanatorie del 1986, 1990, 1996, 1998, 2002 sono stati rilasciati circa 1milione700mila permessi di soggiorno. È inoltre ormai un segreto di pulcinella il fatto che anche gli stessi Decreti flussi che prevedono l’ingresso in Italia con visto per lavoro a chiamata del datore di lavoro, siano in realtà sanatorie camuffate. Che significa: il lavoratore straniero prima si fa un periodo di praticantato in nero, solitamente 3 o 4 anni, poi se ne torna nel paese di origine a prendersi il visto regolare. È dunque evidente che, nonostante ci sia una domanda di manodopera che non riesce ad essere soddisfatta dai lavoratori italiani, non esiste un modo per incrociare la domanda e l’offerta di lavoro con i cittadini provenienti dall’estero. Tradotto: a parte i ricongiungimenti familiari non esiste un modo per entrare in Italia regolarmente e quindi si è costretti alla clandestinità. Nessuna delle ultime norme sull’immigrazione, tanto meno il Pacchetto sicurezza, ha affrontato questo problema che sta alla base del continuo aumento degli stranieri irregolari in Italia. Che così stando le cose continueranno ad aumentare. Senza contare che lo Stato italiano dovrebbe anche dare una risposta su come risolvere il problema della presenza sul territorio di quei 450mila lavoratori per cui non è stata presentata domanda di sanatoria.