Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
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Il Cpa di Elmas è una galera per migranti. Chiudiamola subito.

di Roberto Loddo, Associazione 5 novembre. Cagliari

Fino a quando la cittadinanza non sarà un bene comune, non potremmo mai definirci un paese civile. Fino a quando gli stranieri saranno considerati “illegali” sarà impossibile instaurare le condizioni per una reale integrazione sociale. Tra le popolazioni migranti in Italia comincia a prendere piede una coscienza civile che rivendica i diritti negati. Lo hanno dimostrato i migranti che Sabato pomeriggio hanno fermato il mercato nero delle braccia in Campania. E lo hanno dimostrato ieri a Elmas anche gli algerini che hanno deciso di ribellarsi alla violenza delle leggi razziste e xenofobe del governo. Il Cpa di Elmas, come tutti i centri di detenzione italiani ed europei, non ha nulla a che vedere con l’accoglienza e l’ospitalità.

Basta dare uno sguardo alle ringhiere alte tre metri, le sbarre alle finestre, le telecamere di videosorveglianza ai cancelli che fanno da cornice ai militari che presidiano il Cpa. Una struttura inaugurata in assenza di trasparenza di cui non si conosce la sua reale natura organizzativa. In barba alle leggi, che consentono di trattenere i migranti nei cpa non oltre 5 giorni, i 102 algerini sono stati “sequestrati”per più di quaranta giorni. In queste condizioni inumane e incivili, la cui unica colpa dei migranti algerini è quella di non essere nati in Italia, ribellarsi è giusto.

L’Associazione 5 Novembre chiede l’immediata chiusura del Cpa di Elmas e di tutte le prigioni per stranieri. I diritti e le regole dentro questi centri cessano di esistere. Di fatto è impossibile fornire un adeguata difesa legale e fare delle costanti visite di verifica e controllo. Siamo convinti che la legge Bossi Fini debba essere essere abrogata, perché la vera accoglienza passa attraverso il rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti umani.

Cagliari – Rivolta al Cpa di Elmas. Bloccato l’aeroporto