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Verso nuove istituzioni totali? I Centri di Permanenza Temporanea

Una tesi di Francesca Cimino. Università degli Studi di Torino a.a. 2006/2007

Ottobre 2007
Il primo sguardo. Dopo l’orrenda vista delle alte mura che circondano il CPT, dell’imponente cancello che lo chiude, della minacciosa camionetta dei carabinieri all’ingresso.
Il primo sguardo è per uomini neri dentro gabbie fatte di una maglia talmente stretta che, per farci passare un pezzo di carta in mezzo, bisogna arrotolarlo.
Di gabbie così il Centro di Permanenza di Torino ne ha tre, ognuna con dentro sei scatole di plastica- container grandi una trentina di metriquadrati dove vivono sei persone. Nella gabbia femminile (perché i sessi devono restare rigorosamente divisi, non si sa mai cosa potrebbe succedere…) le scatole di plastica hanno al posto delle finestre dei sacchi neri e io penso che questa notte ho avuto freddo nella mia casa riscaldata e con gli infissi di legno. Chissà queste donne.
Piove e non ci sono posti riparati oltre alle scatole. Le persone dentro le gabbie ci vedono e accorrono, e si schiacciano contro le gabbie per usufruire di una piccola rientranza della grata non bucata (pensata non come riparo, ma come misura anti- evasiva). Se piove, o si sta in sei dentro i container, o schiacciati contro la grata. Modello zoo, mi aveva detto Fabrizio Gatti qualche giorno prima descrivendomi il centro di Milano in via Corelli.
Ma non bisogna preoccuparsi troppo: «Il centro sta cambiando!» ci dicono i tutori dell’ordine e della sicurezza, «Venite a vedere il cantiere del nuovo centro». Devo passare davanti a tutte queste gabbie a cielo aperto ed un ragazzetto di 22 anni cerca di raccontarmi la sua storia, che sia vera o no, penso solo che non merita di stare qui.
Il CPT di Torino passerà dal modello zoo al modello manicomio: la nuova struttura si compone di un prefabbricato con funzioni da mensa e altre scatole (stavolta di cemento però) per farci dormire le persone. Quando entro nella mensa, la giornata assolata diventa d’un tratto buia e uggiosa: dove sono le finestre? Eccole, due piccole finestre in alto e nascoste, posizionate in un posto quasi come se non si volesse dar loro la funzione per la quale sono state create e cioè di donare luminosità.
Uscita dal centro, la mia tesi non aveva più alcuna probabilità di essere confutata: i CPT (o almeno quello di Torino) sono totalmente ricollegabili alle istituzioni totali.

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