Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Permesso CE di lungo periodo – Ora per ottenerlo serve l’attestato di lingua

Nella direzione del riduzionismo linguistico in un paese plurilingue. Già sorgono i primi problemi, mentre rimangono irrisolti tutti i vecchi nodi ancora da sciogliere sul rilascio dell'ex carta di soggiorno

Entra in vigore dal 9 dicembre l’obbligo di esibire una attestazione che certifichi un livello di conoscenza della lingua italiana A2 per ottenere il Permesso di Soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

La lingua dunque, da straordinario strumento di relazione ed inserimento degli stranieri, finisce per diventare uno dei tanti requisiti da dimostrare per accedere al titolo a tempo indeterminato.

E’ di pochi giorni fa l’intervista di Melting Pot Europa a Monica Barni, direttrice del Centro CILS e Professore straordinario di Linguistica educativa all’Università per Stranieri di Siena in cui la stessa ricordava come, con l’introduzione del decreto, “ci si serva della lingua e della competenza linguistica come funzione di barriera all’accesso, funzione paradossale rispetto alla natura stessa della lingua che è strumento formatore di identità attraverso l’interazione sociale”. Un paese sempre più plurilingue si ritrova invece una risposta istituzionale che va nella direzione del riduzionismo linguistico.
Non c’è alcuna lineare relazione,alcuna possibile convergenza, tra l’apprendimento della lingua e l’introduzione di una verifica esterna imposta, quale requisito obbligatorio per superare il vaglio dei requisiti per ottenere un permesso di soggiorno.

Tra le tante previsioni, fermo restando l’impianto generale che muove il decreto profondamente ingiusto, spicca l’esclusione dalla necessità di esibire l’attestato ai fini dell’ottenimento del titolo per i soli minori di anni 14, mentre sarà necessario essere in possesso dell’attesatao per quei ragazzi che, nonostante siano minori, abbiano superato i quattordici anni, con tutto il pportato di problematiche e di difficoltà che questo comporta perchè il diritto di soggiorno del nucleo familiare possa via via raggiungere una posizione più stabile e meno precaria.

Intanto sorgono i primi problemi che vanno a sommarsi a quelli che ormai da tempo caratterizzano il rilascio ed il mantenimento del titolo di lungo soggiornanti.
In questi giorni si sono susseguiti, in quasi tutte le province, incontri e summit tra questure, prefetture ed associazioni di categoria.
I problemi sorgono ovviamente per quanti non si sono autonomamente attrezzati per ottenere l’attestato frequentando i corsi dei Ctp o di altri enti negli anni o mesi scorsi. Da più parti viene segnalato infatti come, sebbene i corsi siano stati attivati, i primi esami si potranno sostenere non prima di febbraio o marzo. Questo significa che chi si trova a proporre l’istanza di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo in questi giorni, dovrà attendere almeno fino a marzo per consegnare tutta la documentazione occorrente e successivamente ancora per il rilascio del titolo.
In molti, agenzie a pagamento comprese, si stanno attrezzando per stipulare convenzioni ed accordi per accreditarsi e far fronte ad una domanda che i soli CTP non saranno in grado di soddisfare.

Ma non è sulle inefficienze o sugli intoppi che va in questo momento incentrata l’attenzione. L’introduzione di questo nuovo requisito, qui come in altri paesi europei, propone un salto di qualità nelle modalità di subordinazione del diritto di soggiorno. Se è vero però che in moltissimi altri paesi il titolo di lungo soggiorno prevede la necessità di un livello minimo di alfabetizzazione, è vero anche che questo spesso avviene in contesti caratterizzati da una stratificazione occupazionale e generazionale dell’immigrazione di gra lunga diversa da quella che investe il nostro paese.

Le associazioni che da anni promuovo scuole di italiano gratuite per migranti regolari intanto hanno già messo in moto la loro campagna che a partire dall’introduzione del test di lingua per l’ottenimento del pds CE, guarda già al più complesso sistema del permesso di soggiorno a punti.
Tanti gli appelli, tanti i blog seminati in diverse città. Uno in particolare rivolge un appello a tutte le scuole di italiano del paese per costruire insieme una nuova mappatura, un nuovo linguaggio dei diritti ed un nuovo percorso comune per l’enorme ricchezza rappresentata dalle scuole che in questo paese per anni hanno fatto fronte alla fondamentale esigenza di apprendimento linguistico dei migranti.
Si tratta del blog Interazione che, promosso dalle scuole di italiano stesse ed in collaborazione con il Progetto Melting Pot Europa agiterà nei prossimi mesi il confronto sull’insegnamento della lingua e la campagna contro la sua deformazione.

Mentre il Governo si preoccupa di introdurre un nuovo requisito per l’ottenimento del permesso di soggiorno Ce, rimangono però irrisolti molti dei problemi che ancora caratterizzano le prassi amministrative e le procedure che gravitano intorno ad esso.
Ancora infatti vi sono situazioni in cui gli uffici immigrazione della Questura richiedono la dimostrazione dell’anzianità di soggiorno (5 anni) quando l’istanza di rilascio viene proposta in favore dei familiari.
In altri casi si segnala la scorretta richiesta dell’idoneità dell’alloggio quando l’istanza viene avanzata dal singolo straniero in possesso di tutti i requisiti.
Vi sono poi difformi e discostanti interpretazioni in merito al requisito dell’idoneità dell’alloggio quando si è in presenza di figli minori di anni 14.
In maniera assolutamente vessatoria avviene poi la richiesta della dimostrazione del requisito del reddito anche al momento dell’aggiornamento del titolo che invece dovrebbe interessare solo i dati anagrafici e le fotografie.
Si segnala poi la richiesta di un contratto di lavoro che superi i 6 mesi per l’accesso al titolo oppure un automatismo contrario alla giurisprudenza fino ad oggi espressasi nel negare il pds CE di lungo periodo quando vi è la presenza di condanne.
Prassi in uso in diverse questure vanno nel senso omettono addirittura la comunicazione degli eventuali motivi ostativi al rilascio, procedendo senza comunicazioni al rinnovo del mero titolo di soggiorno in precedenza posseduto, e spesso facendo firmare dichiarazioni di rinuncia agli stessi interessati.
Ai familiari degli stranieri in possesso del pds CE che abbiano fatto ingresso attraverso la procedura di ricongiungimento familiare, non viene rilasciato il titolo equivalente, ma un normale pds per motivi di famiglia nonostante siano in possesso di tutti requisit per ottenere il pds CE.
Ancora, in diverse città, viene inserita la data di scadenza sotto la voce “valido fino al” nonostante il pds CE sia un titolo a tempo indeterminato, con notevoli disagi conseguenti in occasione della stipula di contratti, nell’iscrizione al SSN e nella libera circolazione.
Rimane poi l’incertezza in mertio all’applicazione dell’articolo 9bis del Testo Unico che prevede la possibilità, per lo straniero in possesso di un titolo equivalente rilasciato da uno Stato Membro dell’UE, di richiedere un titolo di soggiorno italiano quando si trattenga per un periodo superiore ai tre mesi, svolgendo attività lavorativa, con una interpretazione restrittiva della legge e discostante dagli obbiettivi della Direttiva 109/2003 del Consiglio Europeo.
Vanno poi segnalati diversi problemi legati alla compilazione delle istanze attraverso il portale immigrazione.

A proposito del test di lingua vi proponiamo lo speciale di Melting Pot Europa con il commento degli esperti, le riflessioni, le schede pratiche e le istruzioni per le procedure.

english version

Pds CE di lungo periodo – Test di italiano anche per i minori? A rischio il diritto all’unità familiare
Entra in vigore oggi il decreto interministeriale del 4 giugno 2010, introdotto con il pacchetto sicurezza del 9 agosto 2009. Gravissimi i rischi per il diritto all’unità familiare e la tutela del superiore interesse del fanciullo.
A partire da oggi, 9 dicembre 2010, chi presenterà l’istanza per il rilascio del Permesso Ce per soggiornanti di lungo (ex carta di soggiorno) periodo dovrà dimostrare di possedere una conoscenza della lingua italiana pari al livello A2 del quadro di riferimento europeo.
Oltre ad introdurre un pericoloso legame – denunciato anche da associazioni, scuole di italiano per migranti nonché dalla direttrice del Centro CILS – tra competenza linguistica e diritti che lascerà nella precarietà e nell’instabilità giuridica chi non riuscirà a soddisfare questo nuovo requisito pur avendo maturato l’anzianità del soggiorno ed un reddito adeguato, il provvedimento complicherà ulteriormente l’accesso ad un titolo di soggiorno a tempo indeterminato che prevede una gamma di diritti e tutele maggiori rispetto al “normale” permesso di soggiorno… continua »

Se la lingua e la sua verifica diventano strumenti di potere
Intervista alla Prof.ssa Monica Barni, direttrice del Centro CILS, Università per Stranieri di Siena
Giovedì 9 dicembre entra in vigore il Decreto interministeriale che introduce la conoscenza della lingua italiana di livello A2 come ulteriore requisito per la richiesta del Permesso CE per soggiornanti di lungo periodo.
E’ un nuovo ostacolo al diritto di soggiorno permanente che inaugura anche in Italia un legame diretto tra diritti e competenza linguistica, accompagnato da un discorso pubblico che agita sempre più la retorica/mito della conoscenza della lingua italiana ai fini dell’integrazione dei migranti e che finisce per legittimare misure e provvedimenti di divieto o selettivi/repressivi (ad esempio ordinanze comunali contro le insegne dei negozi in lingua straniera, classi separate-classi ponte per gli alunni che non parlano l’italiano, accordo di integrazione a punti, ecc) anziché la promozione della diffusione di opportunità di apprendimento ed uso della lingua italiana… continua »

Contro una esistenza a punti
Lettera aperta a insegnanti e scuole di italiano per migranti
E’ iniziato quest’estate l’iter per l’approvazione dell’Accordo di Integrazione previsto dal Pacchetto Sicurezza, che introduce un sistema di prove e crediti ai fini dell’ottenimento del permesso di soggiorno.
L’Accordo sperimenta un nuovo ed ulteriore vincolo al diritto di soggiorno dei migranti sul territorio italiano, subordinandolo al raggiungimento di competenze ed obiettivi in ogni ambito dell’esistenza, dalla conoscenza della lingua italiana al raggiungimento di standard abitativi, dalla conoscenza di non meglio chiarite “regole del vivere civile” fino all’iscrizione al servizio sanitario. Ogni atto compiuto dal cittadino straniero – da una semplice infrazione amministrativa all’ottenimento di un titolo di studio, passando per la stipula di un contratto d’affitto o un mutuo – sarà sottoposto a verifica e successivamente premiato o sanzionato attraverso un sistema di punti con cui verrà misurato il suo grado di integrazione e di conseguenza la sua possibilità di esercitare i propri diritti (che, per inciso, si mantengono sempre inferiori a quelli dei cittadini italiani)… continua »

Il Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno)
Scheda pratica sull’ex carta di soggiorno
Il Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo è a tempo indeterminato, non ha scadenza, non deve essere rinnovato e attribuisce allo straniero una serie di diritti in più rispetto al permesso di soggiorno.
Il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo è valido come documento di identificazione personale per 5 anni.
La data di scadenza apposta sul titolo dunque è riferita alla sola validità quale documento identificativo.
Chi può chiederlo? Il Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo può essere richiesto dai cittadini stranieri in possesso dei seguenti requisiti… continua »

Il test di lingua italiana
Chi deve svolgere il test? Quali sono gli stranieri che possono farne a meno? In cosa consiste il test di italiano? Cosa avviene in caso di esito negativo?
L’ art 9, comma 2-bis, del Testo Unico in materia di Immigrazione, disciplinato dal Decreto del Ministero dell’Interno del 4 giugno 2010, prevede, tra i requisiti necessari ai fini del rilascio del pds CE per soggiornanti di lungo periodo, il superamento di un test di lingua italiana. Non devono sostenere il test i figli minori degli anni quattordici, anche nati fuori dalmatrimonio, propri e del coniuge, gli stranieri affetti da gravi limitazioni alla capacità di apprendimento linguistico derivanti dall’età, da patologie o da handicap, attestate mediante certificazione rilasciata dalla struttura sanitaria pubblica… continua »

La procedura di iscrizione al test di lingua italiana per il rilascio del Permesso CE per soggiornanti di lungo periodo
Le schermate del sito www.testitaliano.interno.it
La presentazione della domanda. L’iscrizione al test di lingua dovrà essere inoltrata per via telematica alla prefettura della provincia dove ha il domicilio chi presenta la domanda di svolgimento del test, collegandosi al sito www.testitaliano.interno.it (che in realtà rimanda al portale “nullaostalavoro.interno.it utilizzato per la compilazione delle altre istanze) e compilando il modulo di domanda.
Il perfezionamento della procedura.
L’istanza presentata on line viene acquisita dal sistema e trasferita alla prefettura competente. Se la domanda risulta regolare, la prefettura convoca il richiedente entro 60 giorni dall’istanza, sempre per via telematica, indicando giorno, ora e luogo del test. In caso di irregolarità o mancanza di requisiti il sistema genera automaticamente e invia al richiedente una comunicazione con l’indicazione dei requisiti mancanti per consentire la rettifica delle informazioni… continua »

Maroni – L’integrazione a punti. Non accontentiamoci delle briciole
Il Ministro risponde al question time della Camera. Il testo dell’accordo alla conferenza unificata. A breve in vigore il test di lingua per il permesso di soggiorno CE
Il test di lingua per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo entrerà in vigore ormai a breve, nella prima decade di dicembre. Ma è su un’altra questione, ancora più complessa che interviene il Ministro dell’Interno Maroni durante il question time alla Camera. si tratta dell’Accordo di integrazione, il sistema a punti introdotto nei confronti dei nuovi (sempre che ve ne siano) futuri ingressi per lavoro.
Come funzionerà il sistema, come verrà applicato, quali saranno i suoi punti di forza, quali le problematiche principali è una discussione che lasciamo al futuro.
Si tratta invece, ora, immediatamente, di comprendere il salto di qualità a cui l’introduzione del superamento di lingua quale obbligo per il rilascio del pds CE o per il rinnovo dell’ordinario permesso di soggiorno alludono…. continua »

La lingua non può fare la differenza – Il test di italiano per la carta di soggiorno
di Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa
Prima l’Accordo di Integrazione, poi il test di lingua italiana, ed in futuro (ma certo non vogliamo accorciare i tempi) il contributo tra gli 80 ed i 200 euro per ogni richiesta del permesso di soggiorno.
Sono i regolamenti attuativi che vanno a completare il quadro normativo disegnato dal pacchetto sicurezza dallo scorso 8 agosto 2009, rimasti finora in sospeso, ma in procinto di diventare operativi.
L’accordo di integrazione, la previsione del cosiddetto permesso di soggiorno a punti, si commenta da solo.
Si tratta di un meccanismo vorticoso di creditizzazione non solo dei requisiti di reddito, alloggio, fedina penale illibata, ma anche e soprattutto di stili di vita, capacità di apprendimento, condizioni culturali e soggettive che si intrecciano alla materialità delle difficoltà di inserimento economico e sociale… continua »

Il blog Interazione
La circolare esplicativa
Il decreto ministeriale del 4 giugno 2010
L’art 9, comma 2bis del Testo Unico