Sei profughi afghani hanno iniziato ad Atene, cucendosi le bocche, lo sciopero della fame per chiedere asilo politico. Un portavoce del gruppo ha annunciato che se le autorità e la comunità internazionale non risponderanno rapidamente, altri immigrati si uniranno alla cruenta protesta. Da oltre quaranta giorni, un centinaio di profughi afghani – tra cui donne e bambini – si sono accampati davanti al rettorato dell’università della capitale. La protesta afghana coincide con l’annuncio del ministro per la Protezione del Cittadino, Christos Papoutsis, di una stretta nella politica greca verso i clandestini: grazie anche all’aiuto dell’agenzia europea Frontex sarà incrementato il pattugliamento delle frontiere marittime e verrà creata una barriera lungo il confine terrestre, in particolare con la Turchia, per fermare l’ondata migratoria. Il ministro ha avvertito che solo coloro che hanno un diritto internazionalmente riconosciuto alla protezione o un diritto all’asilo potranno restare sul territorio greco, tutti gli altri dovranno lasciare il Paese “o con un rimpatrio volontario o con una deportazione forzosa”.
Grecia – Profughi afgani si cuciono la bocca in sciopero della fame
Da PeaceReporter.net
Vedi anche
Schengen: aderire ad ogni costo
Bordermonitoring Bulgaria: «L'adesione parziale all'area Schengen nonostante le continue violazioni dei diritti umani»
Il nuovo Patto UE: una svolta tragica per il diritto di asilo in Europa
Rimpatri in zone di guerra e detenzione di bambini: cosa prevede il Patto UE sulla migrazione e l'asilo
Le autorità egiziane devono porre fine alle detenzioni arbitrarie e alle deportazioni forzate di rifugiati e richiedenti asilo sudanesi
La dichiarazione congiunta di oltre 25 organizzazioni
Grecia. L’isola semideserta di Gavdos al centro di una nuova “rotta migratoria”
Una conseguenza dell’accordo tra l'Italia e il generale Haftar