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Vorrei assumere una collaboratrice domestica con il decreto flussi 2010/2011, Quale reddito minimo devo dimostrare?

Il decreto flussi 2010/2011 prevede la possibilità di assumere collaboratori domestici a patto di poter dimostrare una capacità reddituale in grado di sopportare il costo della retribuzione dovuta al lavoratore e dei relativi contributi INPS per il servizio prestato.

Il datore di lavoro che vorrà quindi assumere un collaboratore domestico nell’ambito del decreto flussi dovrà dimostrare un reddito minimo, al netto dell’imposta, di importo almeno doppio rispetto all’ammontare della retribuzione annuale dovuta al lavoratore da assumere, aumentata dei contributi dovuti.

La capacità reddituale del datore di lavoro può essere raggiunta anche sommando i redditi dei familiari conviventi o, se non conviventi, dalla somma dei redditi dei familiari fino al primo grado di parentela.

Attenzione però, la mancata capacità reddituale è uno dei principali motivi di rigetto delle istanze di decreto flussi (questo negli anni precedenti). Spesso il calcolo del reddito viene approssimato mentre la valutazione dello Sportello Unico si attesta rigidamente sulle dichiarazioni dei redditi.
Per calcolare la capacità reddituale necessaria, sarà certamente utile sommare la retribuzione del lavoratore ai contributi da versare ma senza dimenticare il costo complessivo a carico del datore su base annua che dovrà necessariamente tener conto anche delle festività, delle ferie, del tfr, della tredicesima.
Le tabelle retributive e contributive per l’anno 2011 non sono stati diffuse prima dell’attivazione delle procedurae di compilazione per il decreto flussi, così, per il calcolo del reddito sufficnete e negli esempi che seguono, si terrà conto dei valori in vigore nel corso dell’anno 2010.

I nuovi livelli retributivi e contributivi, aggiornanti al 2011.
Colf e badanti – I nuovi minimi retributivi e contributivi per lavoro domestico 2011

Per assumere un collaboratore domestico convivente per 25 ore settimanali, il datore di lavoro dovrà dimostrare una disponibilità di un reddito annuo pari a 18.827 euro, cioè del doppio della retribuzione complessiva annualmente dovuta e dei relativi contributi (9.413,68 euro)

Nel caso di assunzione di un collaboratore domestico convivente per un totale complessivo di 20 ore settimanali (il minimo previsto dal decreto flussi) il costo annuo totale a carico del datore di lavoro sarà di 9.634,68 euro e quindi dovrà dimostrare un reddito disponibile di circa 19.270 euro.

Diverso invece il reddito richiesto per l’assunzione di lavoratori domestici non conviventi che, nel caso di prestazione lavorativa di 25 ore settimanali sarà di 14.685 euro (costo annuale del lavoratore 7.342,16).

Importante Se il lavoratore domestico in questione sarà impiegato nell’assistenza ad una persona non autosufficiente o portatore di handicap non dovrà dimostrare una capacità reddituale minima ma invece, successivamente all’inoltro della domanda, dovrà comprovare lo stato di non autosufficienza o le patologie dell’assistito. Ricordiamo che in questo caso il datore di lavoro può essere diverso dalla persona assistita.

Del tutto diversa invece la valutazione della capacità reddituale delle imprese che dovrà tener conto del fatturato, del numero di lavoratori già alle dipendenze, del bilancio dell’azienda.

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