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Sanatoria 2009 – Oltre 30.000 rigetti, la grande maggiornanza immotivati

Il Viminale da i numeri sulla sanatoria e dimentica di riferire sul pasticcio della doppia espulsione

Intervenendo in risposta alle sollecitazioni dell’Aula sul decreto Flussi 2010/2011, il Ministro Maroni non ha mancato di toccare il tema della sanatoria 2009, senza però entrare nel merito dei nodi irrisolti che quella procedura ci ha consegnato e soprattutto sulle rivendicazioni che migliaia di stranieri ancora stanno cercando di esprimere.

A fronte di 295.126 domande presentate, secondo il Ministro dell’Interno, sono 215.255 quelle accolte, mentre, oltre a 2.671 rinunce, si registrano 32.376 rigetti.

Sono invece 196.454 i permessi già rilasciati dalle Questure.

Il Capo del Viminale ha poi fatto l’elenco dei motivi ostativi alla presentazione della domanda limitandosi a leggere il contenuto del comma 13 dell’art 1 ter (L. 102/2009) quasi a voler affermare che, chi si è visto consegnare il provvedimento di rigetto rientri esclusivamente tra i soggett “in precedenza espulsi per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello stato, per motivi di prevenzione del terrorismo, oppure perchè appartenenti a quelle categorie di persone ritenute pericolose per la sicurezza pubblica”.

Neppure una parola sull’ostatività delle condanne per inottemperanza all’ordine di allontanamento, non presenti nella norma ma fatte rientrare con il colpo di spugna della “circolare Manganelli” tra i motivi ostativi (su questo, a breve, si esprimerà l’Adunanza Plenaria.
Tra i 30mila dinieghi, oltre a quelli motivati dall’esistenza di condanne vi sono poi una miriade di provvedimenti che riportano le motivazioni più disparate e spesso più singolari: la mancanza della disponibilità di un alloggio quando una stessa circolare ministeriale riteneva esaustiva l’ospitalità, la mancanza di un reddito adeguato con il problema della collocazione temporale della valutazione, il probelma di quanti, avendo presentato la domanda di emersione in attesa del primo rilascio della carta di soggiorno (requisito anch’essa per il datore) si sono visti negare il titolo e di conseguenza hanno visto venir meno il requisito. Tra le diverse casistiche presenti molte fanno riferimento al documento di identità, con decisioni di rigetto assolutamente inaccettabili, a volte motivate dal mero cambio del supporto cartaceo da parte delle Ambasciate (è il caso della Nigeria per esempio). Molti i dinieghi decisi in virtù della presenza di segnalazioni Schengen che, nonostante gli sforzi, gli stranieri non sono riusciti a far cancellare nelle more della decisione: è paradossale come, mentre un ordine di allontanamento emesso dall’autorità italiana avrebbe permesso di accedere all’emersione, una mera segnalazione prodotta da un atro stato Ue arrivi fino a bloccare la procedura.

Un nodo ancora scoperto insieme a quello della “doppia espulsione”, rimane quello delle truffe comminate ai danni di molti stranieri che hanno pagato profumatamente i loro sfruttatori per poi veder svanire, insieme al denaro, anche il sogno di ottenere il permesso. Sul tema molte procure stanno ancora conducendo indagini con posizioni discordanti sull’opportunità di rilasciare alle vittime della truffe un permesso di soggiorno per protezione sociale o, in secondo ordine, un permesos per motivi di giustizia. Ma in attesa di conoscere le posizioni dei titolari della inchieste molti migranti sono esposti al rischio di espulsione avendo in molti casi le prefetture archiviato le pratiche.