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da Repubblica on line del 26 marzo 2011

“A Mineo solo i richiedenti asilo chi parla di patti traditi mente”

Il prefetto Caruso, commissario straordinario per l'emergenza, respinge le accuse e confida nell'intesa con Tunisi. Per i "clandestini" si attende di poter riattivare i rimpatri rapidi

di Alessandra Ziniti

Il prefetto Caruso ha troppo da fare per stare dietro alle polemiche. Che pure lo fanno indispettire non poco. “Si lamentano i sindaci del Calatino? Ma di che cosa? Dei 498 migranti che abbiamo portato a Mineo giovedì, 420 hanno già formalizzato la richiesta di asilo politico. Ho già parlato con il sindaco Castania. Qui non bara proprio nessuno”.

“Si lamenta il presidente della Regione Lombardo di non essere informato e di provvedere ad alcune degli interventi d’urgenza a Lampedusa? Ma di cosa avremmo dovuto informarlo? Lui c’era alla riunione al Viminale con il ministro Maroni, quello che stiamo facendo è quello che avevamo concordato e che tutti sapevano e la Regione sta facendo solo quello che deve fare”.

Nel suo ufficio di villa Whitaker, dove peraltro tra un’emergenza e l’altra continua anche a svolgere le sue funzioni di prefetto di Palermo, il commissario straordinario per l’emergenza aspetta con ansia notizie della missione tunisina dei ministri Maroni e Frattini.

È un incontro decisivo per capire come continuare a gestire questa emergenza?
“Ovviamente sì, come è stato ripetuto più volte la maggior parte dei migranti che arrivano a Lampedusa dalla Tunisia sono clandestini e dunque devono essere rispediti nel loro Paese. È chiaro che per rendere operativi questi rimpatri bisogna ripristinare gli accordi con il governo tunisino. E soprattutto occorre che dall’altra sponda si torni a mettere in atto una stretta vigilanza per impedire l’ondata migratoria. Diversamente con questi numeri, che sfiorano i 1.000 arrivi al giorno, sfido chiunque a riuscire a gestire questa gente in modo dignitoso. La verità è che sono tutti bravi a lamentarsi, a parlare, ma poi quando c’è da fare si tirano tutti indietro. Ci dicano cos’altro possiamo fare e prenderemo in esame le proposte”.

Intanto, sia a Lampedusa che a Mineo gli amministratori minacciano barricate e organizzano proteste lamentando che impegni e promesse sono stati traditi?
“Ma di quale tradimento parlano? A Lampedusa, certo, c’è una situazione drammatica che è sotto gli occhi di tutti, ma stiamo facendo il possibile. Da due giorni riusciamo a portare via circa 800 persone al giorno tra la nave San Marco e i voli, ma se ne arrivano altrettanti se non di più che possiamo fare? A Mineo ho già detto ai sindaci che quelli portati lì da Lampedusa erano tutti richiedenti asilo, mancava solo la formalizzazione della richiesta perché a Lampedusa non c’erano i moduli. Arrivati al Villaggio della solidarietà la loro posizione è stata regolarizzata. Dunque è tutto secondo gli accordi. E non mi pare che si sia creato alcun problema di ordine pubblico. A Mineo ci sono circa 1.500 richiedenti asilo e il ministro Maroni ha dato ordine di non portarne altri al momento”.

E allora quelli che state evacuando da Lampedusa dove saranno portati?
“Fuori dalla Sicilia in uno dei siti messi a disposizione dalla Difesa come già annunciato dal ministro La Russa. Nella fattispecie questi primi 500 saranno ospitati in una tendopoli in via di allestimento in un’area nella provincia di Taranto”.

E gli altri che restano nello status di clandestini? Considerato che i centri di tutta Italia sono già pieni dove pensate di metterli?
“Il posto lo troveremo, li spalmeremo nei centri di tutta Italia, man mano che i posti si liberano.”

Ma come fanno a liberarsi posti nei Cie considerato che al momento nessuno di questi clandestini viene riaccompagnato in Tunisia. Dei 15mila sbarcati a Lampedusa nell’ultimo mese e mezzo, 5.000 sono ancora nell’isola, altri 2-3mila sono nei Cie d’Italia. E gli altri? Che fine hanno fatto?
“Si seguono le procedure di legge, vengono identificati e se clandestini sono destinati all’espulsione. Saranno scappati, certo se riescono ad allontanarsi dai centri non possiamo farci nulla. Mica li leghiamo”.

Lei sostiene che a Mineo la regolarizzazione della posizione dei migranti farà rientrare la protesta, ma il governatore Lombardo ha annunciato che domani andrà a Lampedusa e ci resterà fino a quando il governo non avrà risolto il problema.
“Ripeto, Lombardo era con noi quando sono state decise le modalità di intervento per l’emergenza. Quindi non capisco il perché di questa presa di posizione. Gli interventi che la Regione sta attuando sia per quanto riguarda l’aumento delle provviste d’acqua, sia per le squadre di pulizia come per il rafforzamento dei presidi sanitari sono quelli previsti. C’è poi un soggetto attuatore individuato nella prefettura di Agrigento che coordina le attività di protezione civile o quelle importantissime dei volontari che in questi giorni stanno dando un grande contributo”.

Dalla sua scomodissima poltrona di commissario straordinario per l’emergenza, è realistico pensare di svuotare Lampedusa in tempi ragionevoli?
“Assolutamente sì, ma la condizione indispensabile è il ripristino degli accordi con la Tunisia. Solo dopo gli interventi che sono stati programmati d’intesa con il governo e con gli amministratori di tutte le Regioni d’Italia ci potranno consentire di gestire nel miglior modo possibile questa emergenza”.