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Lampedusa – I migranti verso Mineo. Governo nel caos

Dalla Sicilia al Nord costruiamo opponiamoci alla detenzione ed al confinamento e costruiamo dal basso il diritto d'asilo europeo

L’unica soluzione è la protezione.

Il Governo impazza progettando piani per l’accoglienza dei profughi libici fantasma e nel mentre entra in un vortice di trasferimenti, distribuzioni impossibili, confinamenti e detenzioni senza via d’uscita.

Da Lampedusa è salpata la nave Militare San Marco. Direzione Mineo.

Una follia. Ciò che fino a ieri doveva essere il villaggio dell’accoglienza d’eccellenza da mostrare con gloria a tutta l’Europa, oggi è diventata la discarica in cui piazzare i “pericolosi tunisini” (probabilmente terroristi di Al Quaeda) stipati a Lampedusa.

Chi è profugo o irregolare, chi è degno di protezione o invece carne da macello da tritare nel circuito della politica è una decisione del tutto arbitraria del Ministero.

Da giorni Save The Children ha denunciato la necessità di procedere al trasferimento dei 250 minori ancora presenti a LAmpedusa in condizioni sisumane ma fino a ieri, secondo il Ministero Maroni ed i suoi alleati, “a Mineo si trovano solo giovanotti tunisini. Clandestini. Nessun richiedente asilo”.Oggi improvvisamente gli stessi giovanotti da detenere e respingere sono diventati donne e bambini da piazzare a Mineo degni della possibilità di presentare la domanda d’asilo.
Ma secondo il quotidiano La Repubblica di Palermo “non c’è nessun richiedente asilo tra i seicento immigrati che hanno lasciato l’isola …“gli extracomunitari imbarcati sono tutti uomini, tranne dieci bambini e nove donne”.

Non si tratta di una retromarcia, non di un ripensamento dettato da uno sprazio di umanità. ma della semplice e pura necessità disperata di piazzare qua e là come pacchi, ed assolutamente senza alcun criterio, i migranti presenti a Lampedusa per decongestionare l’isola. Anche in questo caso non sembra certo una presa di coscenza ad aver mosso l’operazione: per oltre 2 mesi l’isola è tornata ad essere la prigione utile a spettacolarizzare l’emergenza, a giustificare ogni ipotesi detentiva, mentre solo ora si sta rivelando un problema politico.

In un vorticoso circuito paradossale poi scopriamo che gli stessi migranti trasferiti da Lampedusa al CARA di Bari sono state successivamente trasferite a Mineo.

Il Ministero impazzisce alla ricerca di soluzioni posticce per la NON volontà dichiarata di concedere loro la degna protezione, prevista anche dal decreto legislativo 85 del 2003 e regolata attraverso l’articolo 20 del Testo Unico.

E mentre l’isola collassa ancora siamo costretti ad assistere alla volontà di utilizzarla come prigione per non riconoscere dignità ai migranti approdati.

Da domani Melting Pot Europa sarà a Lampedusa per aggiornare la situazione dall’isola e per dire no all’isola prigione. Per dare voce e volto a chi in queste settimane è stratto costretto a vivere in condizioni disumane (lampedusani e migranti).

Da Lampedusa a Gradisca, da Mineo a Ventimiglia diciamo no alla detenzione ed al confinamento, costruiamo dal basso il diritto d’asilo europeo.