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Da Amisnet – In Calabria sbarcano fantasmi

L’8 aprile scorso 84 persone sono arrivate a bordo di una barca a vela nel porto di Roccella Jonica, in Calabria. Tra di loro c’erano afgani, curdi e iracheni – quindi potenziali richiedenti asilo – e 27 bambini, dai sette mesi ai dodici anni. Al loro arrivo sono stati scortati nella palestra della scuola elementare di Roccella Jonica e lì sono rimasti per undici giorni, sorvegliati 24 ore su 24 da polizia, carabinieri, guardia di finanza e volontari della protezione civile. Il 18 aprile gli 84 sono stati fatti salire su un pullman e portati al porto di Brindisi, in Puglia. Da lì, a bordo del traghetto “Ionian Queen”, hanno raggiunto Patrasso, in Grecia.

Non è la prima volta che un gruppo di migranti sbarcato sulle coste calabresi viene trattenuto in rifugi di fortuna, per poi essere deportato verso la Grecia. Il 27 novembre 2010 il Ministero dell’Interno informava di avere condotto nella penisola ellenica due gruppi di migranti, uno di 63 e uno di 16 persone, arrivati tra il 21 e il 23 novembre sulle coste calabresi. Anche loro sono stati accompagnati a Brindisi e da li’ imbarcati verso Patrasso. Il 17 aprile 28 persone sono arrivate nel porto di Bianco: anche loro, dopo una decina di giorni trascorsi all’interno di uno stabile della protezione civile, sotto la sorveglianza di carabinieri, guardia di finanza e polizia, sono stati portati a Brindisi, si presume il 27 aprile.

Mentre tutti i riflettori sono puntati su Lampedusa, in Calabria si moltiplicano gli sbarchi sulle coste di migranti. Viaggiano su imbarcazioni di fortuna e provengono dalla Grecia o dalla Turchia. I nuovi arrivati sono trattenuti per giorni in strutture che non hanno nessuna connotazione giuridica, per poi essere deportati in Grecia, su traghetti che partono dal porto di Brindisi.
Sembra che in queste ultime settimane gli sbarchi sulle coste calabresi, così come le espulsioni in Grecia dal porto di Brindisi, sono diventati sempre più frequenti.

In tutto il 2010, gli arrivi sono stati una ventina; mentre secondo la stampa locale, solamente dal 1 gennaio 2011 all’11 maggio, i gruppi di migranti arrivati sono stati ben diciotto. Per anni, per arrivare in Italia e nel resto d’Europa, i migranti che raggiungevano la Grecia attraverso la Turchia cercavano di imbarcarsi sui traghetti che collegano i porti greci di Patrasso e Igoumenitsa ai porti italiani dell’Adriatico, nascondendosi sotto ai tir. Ma oggi i controlli alle frontiere si sono intensificati: al loro arrivo nei porti italiani, vengono quasi sempre rinviati in Grecia, a bordo dello stesso traghetto. Il CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati – è presente in alcuni porti dell’Adriatico, ma molto spesso non è nemmeno avvisato dalle forze dell’ordine dell’arrivo dei migranti, che quindi non hanno neanche la possibilità di fare la domanda di asilo. Poiché quindi questa strategia è diventata quasi del tutto impraticabile, le persone cercano altre rotte, imbarcandosi su barche e gommoni verso le coste calabresi.

Come ha confermato Gianfranco Schiavone, dell’ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, il trattenimento coatto e l’espulsione verso la Grecia dei migranti sono pratiche illegali, a maggior ragione se non si conosce il paese di provenienza. Gli accordi di riammissione siglati tra l’Italia e la Grecia prima dell’entrata in vigore degli accordi Schengen sono, ha spiegato Schiavone, superati dalle nuove direttive europee, eppure ogni giorno l’Italia si avvale di questi accordi per espellere di nascosto i migranti arrivati sulle sue coste meridionali a bordo di un traghetto o di barche di fortuna.

La Grecia, dove l’Italia rinvia quasi quotidianamente migranti e profughi, è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti umani il 21 gennaio scorso per trattamenti degradanti, dal momento che “le condizioni di detenzione e le condizioni di vita dei richiedenti asilo in Grecia non sono compatibili con i principi della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo”, afferma la Corte. La stessa Corte ha condannato il Belgio per avere deportato nella penisola ellenica un richiedente asilo, ignorando deliberatamente la situazione. E’ importante ricordare poi che nella penisola ellenica la vita per i migranti si fa ogni giorno più difficile. Il 10 maggio scorso ad Atene un furto si è tragicamente concluso con l’omicidio di un cittadino greco; nelle ore successive i media hanno puntato il dito contro “tre sospetti di carnagione scura”; il 10, l’11 e il 12 maggio, i gruppi fascisti si sono dati appuntamento in diverse strade della capitale per aggredire i migranti che incontravano. L’11 maggio, un cocktail molotov era stato lanciato nella sede di un’associazione pakistana. Il 12 almeno venticinque migranti sono stati portati in ospedale, dodici di loro sono stati feriti con coltelli e uno è stato raggiunto da un colpo di pistola; lo stesso giorno un ragazzo bengalese di 21 anni è stato pugnalato a morte.

(Amisnet)

Nella trentaduesima puntata di Passpartù raccontiamo quello che abbiamo scoperto riguardo gli sbarchi in Calabria. Ascoltala