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dal Corriere Romagna del 20 settembre 2011

In lacrime da Rimini a Lampedusa: «Fatemi rivedere mio fratello»

RIMINI. Amira Khammassi, tunisina, è partita da Rimini, destinazione Lampedusa. Lei, 28 anni, da sei in Italia «con tutti i documenti in regola», lavora a Rimini in una cooperativa che produce piadine. Insolito come tragitto, perchè normalmente da Lampedusa si va via per venire a vivere al nord, eppure lei ha deciso il percorso inverso perchè vuole trovare il fratello, ospitato in un centro di accoglienza, e tenerlo con sè.
Lui, Tara, è riuscito a sbarcare di notte a bordo di un gommone cinque giorni fa dalle coste del nord Africa, ma da allora è stato trattenuto nella struttura. E’ per vedere Tara che Amira ha atteso due giorni fa, tra la rabbia e la frustrazione, davanti ai cancelli del centro di accoglienza. Non si dà pace, piange seduta su un muretto a pochi passi dal cancello del centro, attende da ore sotto il sole di poterlo vedere, vorrebbe portarlo con sè. «Non mi fanno entrare, sto cercando mio fratello e mi hanno detto che è qui ma non mi lasciano parlare con lui», dice tra i singhiozzi alle telecamere dei tg nazionali, che a Lampedusa sono arrivati per seguire la visita del ministro della Difesa Ignazio La Russa giunto nell’isola per portare il ringraziamento del governo ai militari impegnati nell’emergenza immigrazione.
E’ al seguito della delegazioni di governo che Amira cerca di entrare. Ma le dicono di starsene fuori, assieme ai giornalisti. Ed è qui che la tensione si trasforma in lacrime, mentre racconta ai tg nazionali la sua situazione. E qui che Amira diventa protagonista di un acceso botta e risposta con un lampedusano che la invita a «tornare a casa ora che Ben Alì non c’è più invece di rimanere in Italia».
E’ così che mentre i microfoni raccolgono lo sfogo di Amira, il lampedusano, esasperato, la interrompe urlando: «Voi arrivate e calpestate i nostri diritti. Dovete rispettare le leggi, avete cacciato Ben Ali, perchè non restate nel vostro paese e create lì le condizioni per vivere, invece di venire qui?». Lei tenta delle risposte, ma la voce rotta dal pianto non glielo consente. Dopo pochi minuti, riportano diversi quotidiani locali, arriva un funzionario della polizia: «Può vedere suo fratello, venga con me». Amira accenna un sorriso e varca il cancello.