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Immigrati e permessi: avvocatessa scarcerata ma già di nuovo nei guai

Verona. Ha presentato documenti falsi allo Sportello Unico per l’immigrazione della prefettura di Ferrara ed è stata arrestata: la donna è una avvocatessa di Verona, Rossana Cabianca, 52 anni, ora nei guai per falsificazione di atti e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La donna è stata già sospesa dall’ordine avvocati di Verona per altri fatti, poichè non è la prima volta che l’avvocatessa è coinvolta in indagini di questo tipo.

A Verona, la primavera scorsa era stata arrestata in una inchiesta col fratello (avvocato anche lui). A Verona i suoi complici erano pubblici funzionari e professionisti, e le indagini avevano acclarato che le false residenze di alcuni cinesi erano state registrate nei 5 immobili che la donna possiede. Era stata posta ai domiciliari, nel maggio scorso, e poi liberata.

Anche a Ferrara l’avvocatessa ha tentato di piazzare documenti per conto di una cittadina cinese. Lei e il fratello, secondo gli inquirenti, erano un punto di riferimento per molti cittadini che chiedono di essere regolarizzati e dagli atti emergono pratiche per Trento, Vicenza, Padova, Treviso, Mantova, Modena, Prato, Milano, Bologna e Rovigo. Le tariffe, per gli inquirenti, andavano dai 1.500 euro per un visto di ingresso per lavoro, 3.000 euro per un permesso di soggiorno, fino a 6-10.000 per le pratiche di ricongiungimento familiare.

Proprio una di queste pratiche l’ha messa nei guai qui a Ferrara. Giovedì scorso, l’avvocatessa si era presentata allo Sportello Unico Immigrazione con la procura speciale di una donna cinese, che chiedeva di far venire in Italia la figlia minorenne, presentando documenti di una signora di Copparo che aveva dato disponibilità ad ospitarla e alloggiarla (la signora era del tutto ignara di questa pratica). Ma l’intuito e il buon occhio dei funzionari dell’ufficio ha permesso di evidenziare subito alla prima lettura che negli atti, in realtà solo fotocopie, le firme mancavano, alcune erano non simili, e dunque vi erano forti sospetti che si trattasse di falsi. Da qui l’arresto e dopo la convalida del pm di turno, la liberazione. Ora gli atti di Ferrara sono stati trasmessi a Verona.