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Emergenza Nordafrica – Permessi di soggiorno: il Governo decide di non decidere

Tre confuse circolari, nessuna decisione: il Ministero dell'Interno rende note le modalità operative per "definire le posizioni" di chi ha ricevuto il diniego

Foto di Lorenzo Masi

Decidere di non decidere, così si potrebbe sintetizzare il contenuto delle circolari con cui il Ministero dell’Interno ha sintetizzato le modalità operative per definire le posizioni dei richiedenti asilo destinatari di un diniego della domanda di protezione internazionale da parte della Commissione Territoriale.

Da ormai un anno in molti chiedevano certezze e dignità per i richiedenti asilo ospitati nell’ambito dell’emergenza Nordafrica, in particolare con la campagna #dirittodiscelta che ha raccolto migliaia di adesioni, ma più che ad una adeguata e puntuale risposta alle pressioni insistenti di associazioni, comitati ed operatori, le circolari sembrano assomigliare ad un documento di compromesso, una risposta che raccoglie solo in maniera approssimativa e posticcia le istanze proposte.

Secondo la comunicazione dello scorso 28 ottobre 2012 infatti “gli stranieri in accoglienza si devono recare presso la competente Questura (luogo di dimora attuale) e chiedere il riesame della propria posizione seguendo la procedura Vestanet C3 – Gestone Emergenza Nordafrica .

Si tratta di una procedura con cui lo straniero, quindi, chiede alla commissione competente di riesaminare la decisione presa in precedenza, attraverso il reinvio del modulo C3, con la possibilità di rinunciare però ad essere nuovamente ascoltati (la domanda in questo caso dovrebbe essere evasa in 20 giorni) e che dovrebbe portare ad un rilascio di un non meglio specificato permesso di soggiorno.

Come sembra ormai in uso da parte dell’attuale Governo, le modalità messe previste dovrebbero essere un espediente tecnico, per mettere in moto formalmente un percorso di rilascio di un titolo di soggiorno.

Ma come altrettanto spesso è accaduto, il Governo dei tecnici ancora una volta invece di fare chiarezza mette in campo provvedimenti fumosi ed indefiniti.

Sono due le principali questioni oscure di fondamentale importanza.
Il meccanismo previsto, secondo quanto disposto dalla circolare del 28 ottobre dovrebbe riguardare “gli stranieri che hanno ricevuto un diniego e che si trovano in accoglienza“.
E’ bene ricordare che molti dei migranti destinatari di un provvedimento di rigetto hanno abbandonato i centri nel tentativo di cercare fortuna o protezione in altre situazioni. E’ ovviamente auspicabile che a tutti i richiedenti asilo destinatari di un diniego da parte della Commissione sia data la possibilità di presentare la domanda di riesame, sia nel caso in cui non sia stato presentato ricorso, sia nel caso non siano più ospitati in uno dei centri allestiti dalla Protezione civile.
Sono ancora un numero consistente inoltre i richiedenti asilo che, pur avendo già sostenuto l’audizione presso la commissione, devono ancora ricevere qualsiasi tipo di risposta per i quali si prospetta ancora un lungo periodo di attesa.

La circolare poi non menziona il fatto più importante, il vero senso del meccanismo messo in atto: perché fare una nuova richiesta? Quale sarà il risultato finale?
Insomma, il Governo sembra non volersi spingere nell’indicare quale tipo di soluzione sia stata prospettata. Si decide quindi di non decidere rimandando la decisione alla commissioni, a cui pure saranno date indicazioni, senza però fare chiarezza per quelle migliaia di operatori che dovranno materialmente spiegare ad altrettante migliaia di richiedenti asilo di doversi nuovamente recare in Questura per proporre una nuova domanda.

Con una seconda comunicazione, la n. 5426 del 30 ottobre 2012 indirizzata alle commissioni Territoriali, il Governo ha chiarito le modalità di recepimento delle indicazioni fornite con la precedente comunicazione chiarendo che l’eventuale attivazione della procedura non comporta la rinuncia al ricorso in sede giudiziale senza nulla aggiungere sulla situazione di quanti non siano più “ospitati” nei centri di accoglienza, come se questi dovessero essere esclusi dalla procedura.

La terza circolare, la n. 400 del 31 ottobre 2012 si limita invece a dare istruzioni operative per la gestione delle comunicazioni nei confronti della Commissione, da parte delle Questure.

L’intento sembra quello di riparare l’irreparabile danno prodotto dalla prossima incombente data del 31 dicembre.

Ma davvero non c’era altra soluzione?
Come sintetizzato anche da un recente documento dell’Asgi, quello della riapertura del procedimento amministrativo risulta essere un percorso che “rischia di protrarre nel tempo la definizione della condizione giuridica dei profughi, burocratizzando e non snellendo le procedure”.

Non occorreva molta creatività per attivare gli strumenti già previsti dall’ordinamento per far fronte alla situazione.
Le Questure infatti, lo prevede all’art 5, comma 6, il Testo Unico Immigrazione, hanno la facoltà di rilasciare titoli di soggiorno umanitario quando “ricorrano seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”
Così come le Commissioni Territoriali chiamate ad esaminare le domande hanno la possibilità di dare indicazione alle stesse questure, sia per le domande ancora pendenti, che per quelle già evase ma non ancora notificate (agendo in autotutela) il rilascio dello stesso permesso umanitario.

Sembra insomma che ancora una coltre di fumo divida i richiedenti asilo fuggiti dal conflitto libico, dal riconoscimento del loro diritto di restare, e tutti noi dal veder realizzata la legittima aspirazione a vivere in un paese degno.

Intanto continua il conto alla rovescia verso la data del prossimo 31 dicembre, momento in cui i (limitati) percorsi di accoglienza predisposti con il Piano di Accoglienza andranno ad esaurirsi.

Su questo punto è bene dunque aprire una discussione a 360°.
Ciò che abbiamo visto in questo anno e mezzo, salvo in alcuni casi, è ben lontano da ciò che la direttiva europea e (aggiungiamo) la dignità umana, prevedono.
Per i richiedenti asilo fuggiti dalla guerra in Libia è venuto il momento di una accoglienza degna.

Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa

Unhcr – Mali: nuovi dati indicano maggior presenza di sfollati
Circolare del Ministero dell’Interno n. 5426 del 30 ottobre 2012
Circolare del Ministero dell’Interno n. 400 del 31 ottobre 2012
#dirittodiscelta – Emergenza Nordafrica: arrivano i permessi umanitari ma il 31 dicembre… si salvi chi può!
Diritto di scelta – Petizione per il rilascio di un titolo di soggiorno ai richiedenti asilo provenienti dalla Libia