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Padova – La rabbia dei richiedenti asilo: non più profughi ma cittadini

Tensioni sotto il Comune. L'assessore cede alla richiesta di incontro: poche certezze per il futuro di 115 persone nel capoluogo

Sono circa 240 in tutta la Provincia e 115 di loro vivono a Padova da oltre un anno e mezzo. I richiedenti asilo ospitati nell’ambito della cosiddetta “emergenza nordafrica” hanno fatto esplodere oggi tutta la loro rabbia davanti ai cancelli chiusi di Palazzo Moroni.
Chiedono, è ovvio, di conoscere il loro destino dopo il 31 dicembre 2012, di sapere quali iniziative sono state pensate per il loro inserimento nel tessuto sociale, chiedono il diritto all’iscrizione anagrafica, un titolo di viaggio per potersi spostare liberamente, un permesso di soggiorno che ancora molti stanno attendendo.

Ma chiedono soprattutto che fine hanno fatto quei 46 euro che il Governo ha messo a disposizione per loro ogni giorno visto che in questo anno e mezzo non hanno avuto, se non in alcuni casi, corsi di alfabetizzazione, assistenza legale, percorsi di formazione al lavoro, e tutto ciò che le direttive europee in materia di protezione internazionale prevedono.

Hanno ricevuto proprio in mattinata un sms da uno dei responsabili del Comune che li “invitava” a non presentarsi al presidio, ma nonostante questo, intorno alle 11.00, si sono riuniti davanti al Municipio insieme agli attivisti dell’Associazione Razzismo Stop per consegnare una lettera sottoscritta da tutti.

Fin dal maggio 2011 l’Associazione aveva cercato di attivare un canale di confronto con l’Amministrazione perché fin dall’inizio del piano di emergenza erano evidenti tutti i limiti del sistema predisposto, ma solo oggi, dopo la “pressione” insistente e la rabbia esplosa davanti ai cancelli del Comune, sono stati ricevuti dall’Assessore.

Poche le idee chiare da parte dell’amministrazione che coordina un tavolo di lavoro sull’emergenza. Si vocifera di una possibile proroga fino al 28 febbraio, ma senza progetti, quelli veri, si tratta solo di uno slittamento del problema di due mesi.
Dove sono finiti i soldi stanziati finora, invece, sembra non saperlo nessuno.

L’Assessore si è impegnato a cercare una soluzione per il problema dell’iscrizione anagrafica e per i titoli di viaggio, di cui solo pochissimi tra i richiedenti asilo sono in possesso, ma per il resto le decisioni sono rinviate.

La mobilitiazione in ogni caso, non c’è dubbio, questa è l’unica cosa chiara, continuerà perché nella città di Padova come altrove ci siano non più profughi ma cittadini.

Il video: la rabbia dei migranti