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Bologna – I rifugiati ENA occupano il cortile della Prefettura, vogliono risposte ma ottengono intimidazioni

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Stamattina i migranti della cosidetta “Emergenza Nord Africa” che risiedono a Bologna e San Lazzaro hanno occupato il cortile della Prefettura per chiedere impegni concreti per un percorso abitativo dopo la fine del Piano di Accoglienza Nord Africa il prossimo 28 febbraio.

I migranti sono stati ricevuti dal Capo di Gabinetto Sigoti, che non ha saputo dare nessuna risposta alle richieste dei migranti provenienti da Nigeria, Togo, Somalia, Ghana. Il Dott. Sigoti ha riferito che verrà rilasiato il Titolo di Viaggio a tutti coloro che ne faranno richiesta, ma che nessuna soluzione abitativa verrà predisposta dopo il 28 febbraio. Incalzato dai presenti, il Capo di Gabinetto ha ribadito “Dopo il 28 febbraio, quando chiuderanno i centri, sarete liberi di andare dove riterrete opportuno”. Inevasa anche la richiesta di un contributo economico di uscita, così come quella di istituire un fondo di garanzia per la locazione di alloggi.

Terminato il deludente incontro si è poi verificato un fatto gravissimo. Tre agenti della Digos hanno pedinato un gruppo di attivisti del TPO che ritornavano a casa insieme a un ragazzo migrante. Dopo un inseguimento in auto mentre il gruppo si trovava sul bus 19, gli agenti hanno rincorso il gruppo sotto ai portici di Via Lame e via del Pratello, quasi certamente nel tentativo di fermare il migrante presente all’inizitiva. Cinque attivisti del TPO sono stati identitifcati e così minacciati “Avete intralciato un’operazione di polizia, questa ve la faremo pagare cara”.

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Di seguito il volantino di questa mattina

Ricostruiremo la nostra dignità spezzata dopo l’emergenza Nord Africa

Siamo i migranti arrivati dalla guerra in Libia, quelli della cosiddetta “Emergenza Nord Africa”.

Da un anno e mezzo cerchiamo un confronto con Protezione Civile, Regione, Comune e Prefettura per denunciare l’abbandono in cui viviamo, specialmente nella struttura dei Prati di Caprara, ma ci siamo sempre sentiti rispondere che stavamo interpellando l’interlocutore sbagliato.

Nessuno sembra essere stato responsabile della vergognosa gestione dell’emergenza Nord Africa, anche se l’accordo Governo-Regioni dell’aprile 2011 porta le firme di tutti i livelli istituzionali!

Oggi siamo venuti in Prefettura per dire al Governo e a questa città che nessuno di noi ha avuto in questo periodo la possibilità di rendersi autonomo: nessun corso di formazione, nessuna traccia di inserimento lavorativo, nessun accompagnamento ai servizi, nessuna mediazione per l’inserimento abitativo. Per giunta ci siamo lavati con l’acqua fredda e riscaldati con le stufette raccolte per strada, e vestiti con gli abiti trovati vicino alla spazzatura o regalati da amici italiani!

Come se non bastasse, il colpevole ritardo con cui il Governo ha disposto il rilascio dei permessi di soggiorno ci ha letteralmente ingabbiati: senza permesso, senza carta d’identità, senza titolo di viaggio (sostitutivo del passaporto), senza quindi poter scegliere di restare, di lavorare, oppure di ripartire verso altre mete siamo stati prigionieri di una non-accoglienza, il cui messaggio è stato molto chiaro, “non vi abbiamo respinto in mare ma vi respingiamo dalla nostra società”.

Ringraziamo per la “lezione di democrazia”, ma non ci scoraggiamo, perché il nostro futuro è qui, in Italia, e possibilmente a Bologna. Forse il Prefetto preferirebbe vederci scomparire nelle campagne di Rosarno, o negli slums di Roma, di cui ha scritto scandalizzato anche il New York Times, sappiamo che molti amministratori confidano che tutto si risolverà perché ci dissolveremo in Europa…

Ma noi rifiutiamo di pagare con la prospettiva di schiavitù, illegalità e irregolarità per le nostre vite le scelte politiche in materia di accoglienza e asilo di questo e del precedente Governo, e rivendichiamo il diritto di ricostruire la nostra dignità spezzata partendo da alcune chiare richieste:

la collaborazione tra Prefettura, enti locali e realtà rappresentative – sotto la guida delle associazioni che ci hanno sostenuto – per un percorso di trasferimento in alloggi (veri) per tutti noi, dopo l’umiliazione di aver abitato in strutture fatiscenti ed indegne come i Prati di Caprara
l’iscrizione anagrafica nel registro della popolazione residente anche dove non è finora stato possibile
la consegna di un contributo economico per la fine della cosiddetta “accoglienza” di euro 2000, per cominciare con dignità un vero percorso di autonomia
la consegna immediata dei titoli di viaggio a tutti i titolari del permesso per motivi umanitari

Diritti, dignità, futuro dopo il 28 febbraio!


I rifugiati della cosiddetta emergenza Nord Africa