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da Lastampa.it e Rainews24.it

Roma – Rivolta al Cie di Ponte Galeria

Il rifiuto di un migrante che doveva essere rimpatriato scatena il caos. Danni alla struttura, otto persone in fermo giudiziario

Il rifiuto di un migrante che doveva
essere rimpatriato scatena il caos. Danni alla struttura, otto persone
in fermo giudiziario
ROMA

Momenti di tensione oggi al centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria, alle porte di Roma, dove un gruppo di immigrati, perlopiù nigeriani, ha danneggiato parte della struttura e dato alle fiamme alcuni materassi. Nel corso della protesta una poliziotta è rimasta ferita ad una mano ed è dovuta ricorrere alle cure mediche. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere le fiamme appiccate dagli immigrati.

I disordini sono scoppiati, riferisce il Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, a seguito del rifiuto, da parte di un ospite nigeriano del centro, di essere rimpatriato per effetto di un decreto di espulsione. La sua resistenza alle forze dell’ordine ha causato la reazione degli agenti e gli altri ospiti nigeriani che hanno assistito a questa scena, hanno protestato e messo a ferro e fuoco il settore maschile, causando ingenti danni, tanto che sono intervenuti i vigili del fuoco. La rappresentanza nigeriana è attualmente la più folta nel Cie, circa il 40% della popolazione maschile ospite (43 su 132 ospiti) Per tutta la durata degli incidenti, gli ospiti non nigeriani sono rimasti alquanto indifferenti all’accaduto. Proprio questa mattina era prevista la presenza di una delegazione di giornalisti di diverse testate nazionali. Il giovane nigeriano, Victor, di 29 anni alla fine non è stato rimpatriato e otto dei suoi connazionali sono in stato di fermo giudiziario.

«La crisi che sta vivendo il Paese e la campagna elettorale – ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni – hanno fatto sparire dall’agenda della politica il problema dell’immigrazione. Non solo a Ponte Galeria, ma in molte altre strutture in tutta Italia, centinaia di persone vivono quotidianamente una situazione da tortura psicologica. In questo contesto, le fughe dai Cie, le proteste anche violente e gli atti di disperazione personale sono all’ordine del giorno. A Ponte Galeria in particolare, che è la struttura di cui ci occupiamo in prima persona, il clima è tale che qualsiasi episodio di vita quotidiana può essere il detonatore di proteste e di violenze»

da Rainews24.it