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Bologna – La battaglia contro il fallimento annunciato dell’emergenza Nord Africa

I migranti conquistano il diritto di restare, nessuno finirà per strada

Dopo due lunghe giornate di trattativa il risultato non scontato di poter garantire ai migranti un tetto per le prossime tre settimane ci lascia insoddisfatti.

Come annunciato, la pessima gestione dell’emergenza Nord Africa nella città di Bologna consegna centinaia di persone alla miseria e al circuito dell’assistenza temporanea in programmi di bassa soglia come il Piano Freddo. Un primo bilancio di questi 20 mesi di gestione emergenziale da parte della Protezione Civile e successivamente da parte della Prefettura ci mostra le conseguenze di una politica in materia di immigrazione che continua a considerare chi fugge da conflitti, persecuzioni e povertà come una presenza di passaggio, da lasciare nella totale precarietà ed incertezza di diritti.

Più volte abbiamo ribadito che sarebbe stato possibile fare diversamente, che con le ingenti risorse investite si potevano garantire percorsi di autonomia che, pur nelle difficoltà, avrebbero costruito maggiori prospettive di futuro. Così non è stato, e gli Enti Locali hanno avvallato nel silenzio un piano incoerente, macchinoso e costoso che ha finito per travolgerli, costringendo i Servizi Sociali del Comune ad affrontare nell’emergenza una nuova emergenza.

La garanzia che nessuno finirà per strada è certamente la grande conquista di una lotta quotidiana condotta dai migranti e dai movimenti che si sono opposti ad una prospettiva miserevole e disperata. La mancata occasione di rafforzare e sistematizzare politiche di accoglienza degna per chi chiede protezione e tutele perché fuggito dalla guerra contro il dittaore libico è sicuramente una sconfitta per questo paese, ma le responsabilità sono altrettanto chiare e definite, e ricadono su chi ha sottoscritto l’accordo Stato-Regioni che dichiarava lo stato di emergenza ed affidava le competenze ad un commissario speciale nominato dalla Protezione Civile, ma anche su tutti i sindaci e ammnistratori incapaci di creare opposizione e proposte alternative.

CS TPO Bologna

Cronaca del 5 marzo 2013

15:00 Il comune garantisce che le strutture di accoglienza dell’Emergenza Nord Africa non chiuderanno fino a quando a tutte le persone non saranno trovate soluzioni temporanee fino al 31 marzo e si impegna ad interlocuire con la Prefettura affinché si faccia carico della situazione degli ospiti dei Prati di Caprara.

12:15 Continuano le trattative con i servizi sociali del comune di Bologna che dimostrano di non avere strategie e proposte per l’uscita dall’ Emergenza Nord Africa. I posti proposti dal comune sono insufficienti, precari e temporanei all’interno dei centri del Piano emergenziale freddo. Il comune scarica le responsabilità sulla Prefettura che non si è mai interessata del caso. Continua quindi il rimbalzo delle responsabilità tra le istituzioni. In corso la trattativa per far in modo di garantire un alloggio a tutti.

Su 74 persone che necessitano di un alloggio (dislocate tra Prati di Caprara e Villa Aldini) il Comune ha a disposizione solo 40 posti straordinari del Piano Freddo di cui 10 riservati ai senza fissa dimora della città.

11:15 Il Comune di Bologna non sta dando risposte, gli alloggi proposti non sono sufficienti. Seguono aggiornamenti.

9:00 Bologna – Ex caserma dei Prati di Caprara. Iniziano le trattative per alloggi per tutti i ragazzi nigeriani presenti nel campo.

– Leggi i fatti di ieri:
Bologna – Emergenza Nord Africa: Prati di Caprara presidiati dalla polizia