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Magenta – Da profughi ad attori: il teatro abbatte i muri

di Giovanna Maria Fagnani

“La prima volta che ci siamo incontrati c’era chi parlava in inglese, chi in francese, chi solo in bambara, lingua usata in Mali. Ma abbiamo comunicato lo stesso. Diciamo… che ci siamo capiti in altri modi”. Vaninka Riccardi, 37 anni, attrice e regista della compagnia Le Fenicie Teatro, ricorda così la prima volta in cui ha incontrato, nel 2011, quelli che sarebbero diventati i suoi colleghi sul palco: un gruppo di trentacinque profughi, provenienti da Mali, Guinea, Burkina Faso, Ghana, Costa d’Avorio, e ospitati dalla Caritas di Magenta.

Se le diverse lingue sono uno scoglio, per fortuna esistono i linguaggi universali: la musica, la danza, il teatro, l’arte. E’ così che è nata, a Magenta, una nuova compagnia teatrale interculturale: M.U.R.I. ovvero “Mischia e unisci radici e identità”. Il loro nuovo spettacolo debutterà a Milano sabato 16 febbraio alle 19.30 nella sede dell’associazione Mo ‘O Me Ndama, in via Pinerolo 40 (ingresso euro 5. Informazioni al 3337183113).

Da profughi, quindi, ad attori e ballerini: un progetto che dura ormai da più di due anni.

“Dopo l’arrivo dei profughi, la Caritas ci contattò per chiedere se volevamo provare a costruire qualcosa insieme. La nostra compagnia e poi altre due, ovvero Schedia Teatro e Crocevia dei viandanti, hanno accettato e così è cominciato il nostro dialogo artistico con questi giovani, che erano ospitati in una struttura della Curia di Milano, la Vincenziana. Un’esperienza che ci ha dato moltissimo”, spiega Vaninka Riccardi. Nel febbraio del 2012, però, la Curia decide di chiudere la Vincenziana e di trasferire gli ospiti a Desio e a Lissone. Impossibile pensare di rimanere uniti: tutto il lavoro sarebbe stato vanificato. Ma proprio quando questo sembrava inevitabile, alla compagnia hanno cominciato ad avvicinarsi ragazzi di altre nazionalità: non più profughi, ma persone che già vivono in Italia da tempo e provenienti da Pakistan, Kossovo, Brasile. E poi, italiani interessati a mettersi in gioco nell’arte teatrale.

“L’esperienza doveva trasformarsi per non morire. E così, è nato il laboratorio interculturale M.U.R.I. Ci troviamo ogni martedì sera all’oratorio dei Padri Somaschi di Corbetta – sottolinea Vaninka –. Il nostro sogno? Raccontare attraverso il teatro il bisogno dei cittadini, sia italiani che stranieri, che vivono nel nostro territorio. Descrivere sul palco in che tipo di mondo ci piacerebbe vivere. Per ora ci auto-finanziamo, ma se qualcuno volesse venirci in aiuto ne saremmo felici”.

E dei trentacinque profughi che ne è stato? “A Magenta ne sono rimasti 10 e hanno ottenuto il permesso di soggiorno per lavoro – racconta il responsabile della Caritas Aurelio Livraghi –. Uno di loro, dopo 5 mesi, è stato assunto a tempo indeterminato come operaio. Altri due lavorano con contratti interinali, mentre un altro ha fatto un corso di cuoco e ora sta usufruendo di una borsa lavoro. Poi ci sono anche un barista e un dottore in legge che fa pratica da un commercialista. Noi continuiamo a seguirli in un percorso di educazione all’autonomia e nella ricerca del lavoro”.