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Bologna – Emergenza Nord Africa, dalla casa ai diritti di cittadinanza

Le lotte aprono uno spiraglio di futuro per i rifugiati di Villa Aldini e Prati di Caprara

Finalmente abbiamo una casa.
Dopo porte sbattute in faccia, dopo continui rinvii da un ufficio all’altro, dopo esserci sentiti dire troppe volte “non è di mia competenza”, dopo attese infinite.
Ce l’abbiamo fatta dopo assemblee, manifestazioni, occupazioni, presidi, petizioni. Contro chi ci voleva rassegnati, silenziosi, impauriti, obbedienti e remissivi abbiamo tirato fuori rabbia e indignazione per difendere la nostra dignità contro un sistema di accoglienza miserabile senza coordinamento, progettualità, rispetto dei diritti delle persone.
Per oltre due anni ci siamo ribellati alla mala-gestione che ha coinvolto le amministrazioni del territorio, la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana, ribadendo che il prezzo del fallimento dell’Emergenza Nord Africa non potevamo pagarlo tutto noi.

Oggi, dopo lunghe attese, vediamo per la prima volta una prospettiva di futuro per le nostre vite, siamo infatti riusciti a convincere il Comune ad assegnarci una struttura per farne la nostra casa. Abbiamo costituito l’associazione Freedom and Justice per auto-gestire la ex Scuola Merlani in Via Siepelunga per avere un rapporto diretto con le Istituzioni, i cui doveri però non si esauriscono. La sfida che si pone a noi e a tutta la città è quella di cominciare un’esperienza di accoglienza degna, finora negata a noi come a molti richiedenti asilo e rifugiati.
Partiamo da una casa quindi, per iniziare un percorso di conquista dei diritti di cittadinanza che sappiamo sarà difficile, perché l’Italia e l’Europa sono avvitati in una crisi strutturale utilizzata anche come pretesto per smantellare il sistema del welfare, ridurre il reddito, cancellare i diritti, aumentare la precarietà. Le stesse misure di riparazione proposte dalla Troika e dal Governo non fanno che affondare le fasce più fragili della società, condannandole alla miseria.

E mentre si celebra la Giornata del Rifugiato, sempre più persone in fuga da guerre e persecuzioni restano senza protezione, ostacolate dalle Questure, abbandonate dai Servizi, estromesse per ragioni apparantemente burocratiche dai percorsi di integrazione. E questo succede anche a Bologna!
Vorremmo allora che il risultato positivo di questa assegnazione fosse il punto di partenza per un percorso collettivo verso un futuro di diritti e dignità, un precedente importante per la storia di questa città dove sempre più persone sono derubate del loro futuro.

Associazione Freedom and Justice
sostenuta da
TPO
Ya Basta
Associazione 3 Febbraio
Asia/USB
Associazione Primavera Urbana
Comitato Antirazzista il Cerchio