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Spadafora: “Lavorare sul fronte della revisione della Bossi - Fini, e sulla legislazione europea per arrivare a prassi condivise”

Ancona – Apriamo l’Europa dei Diritti

Il Garante nazionale dell’infanzia e i Garanti regionali riuniti ad Ancona per un confronto sull’accoglienza dei Msna.

Il Garante nazionale dell’infanzia e i Garanti regionali riuniti ad Ancona per un confronto sull’accoglienza dei Msna. Spadafora: “Lavorare sul fronte della revisione della Bossi – Fini, e sulla legislazione europea per arrivare a prassi condivise”
Una questione tristemente attuale dopo la recente tragedia avvenuta a Lampedusa e sulla quale si sono confrontati oggi mercoledì 9 ottobre ad Ancona il Garante nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza Vincenzo Spadafora e i Garanti dei minori delle Marche, Veneto, Puglia e Calabria.

Hanno partecipato all’incontro i rappresentanti delle principali associazioni e organizzazioni che si occupano di diritti umani e immigrazione Progetto Melting Pot Europa, Ambasciata dei Diritti, Medici per i diritti umani e Gus Ancona.
Sono 7821 i minori stranieri non accompagnati segnalati in Italia nel 2013, di cui 1593 irreperibili. Il dato, fornito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, aggiornato al 30 settembre, è stato il punto di partenza dell’incontro “Tutelare la speranza”.

L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di confrontare le pratiche di accoglienza tra le varie realtà regionali, soprattutto quelle affacciate sul mare Adriatico e sullo Ionio. Un problema comune da affrontare in un’ottica interregionale, la cui urgenza è stata acuita dalla tragedia avvenuta a Lampedusa nei giorni scorsi.

Tante le questioni e le criticità messe a fuoco anche dal Garante del Veneto, Aurea Dissegna, della Puglia, Rosy Paparella, e della Calabria, Marilina Intrieri. Dalla tempistica nelle procedure di identificazione, all’accertamento dell’età dichiarata, fino alla questione dei respingimenti di minori nei porti italiani e al fenomeno dei cosiddetti “bambini invisibili” che sfuggono ai controlli, rischiando di cadere nelle mani di organizzazioni criminali.

“E’ evidente che il problema è complesso, difficile e aggravato purtroppo da una generale diminuzione dell’attenzione nei confronti dei diritti dell’infanzia e in generale dei diritti civili – ha sostenuto il Garante nazionale Spadafora, al quale sono state affidate le conclusioni -, ma questo incontro rappresenta un importante passo avanti, perché ha messo insieme istituzioni, Garanti e associazioni”. Un primo intervento deve essere di natura legislativa. “Dobbiamo lavorare alla modifica di alcune parti del sistema legislativo e nello stesso garantire che alcune leggi siano applicate e rispettate. Sono d’accordo sulla necessità di una modifica delle legge Bossi-Fini ed è positivo l’avvio di un dibattito corretto”. “Superare il problema legislativo consentirebbe intanto di avere un riferimento chiaro e coerente con la Convenzione internazionale per i diritti dell’infanzia”.

Per l’Ambasciata dei Diritti Marche “E’ chiaro che le riammissioni dei minorenni sono strettamente legate alle gestione generale dei flussi migratori che attraversano l’Italia. Nella maggior parte dei casi uno degli aspetti più complicati è definire con certezza l’età del presunto minore: uno dei nodi più difficile da sciogliere. Chi lavora nel settore sa che è “normale” che i ragazzi migranti non abbiano con sé documenti validi, ma sa anche che non ci sono strumenti scientifici in grado di determinare con certezza l’età di un individuo. L’esame auxologico (raggi x a polso e mano) porta con sé due ordini di problemi: primo l’errore nella stima dell’età può essere anche superiore ai due anni; secondo si espone il minore ad un esame invasivo e pericoloso senza che ce ne siano le esigenze terapeutiche necessarie. Questo aspetto andrebbe sicuramente normato diversamente poiché contrasta con tutta una serie di diritti riservati ai minori.
Quindi non riuscendo a delimitare con certezza la differenza tra un minore e un maggiorenne un primo punto di partenza è quello di analizzare l’intero fenomeno nella sua interezza per poi concentrarsi sulle specificità degli eventuali minori e gli strumenti di tutela.

Respingimenti / riammissioni
Dagli studi da noi effettuati oltre che dalle innumerevoli testimonianze raccolte è indubbio che all’interno della discutibilissima prassi delle riammissioni si annidano casi di minori e richiedenti asilo. Solo prendendo atto di questo aspetto si può dar vita ad un insieme di misure atte a ridurre questi illeciti.

Rotte e prassi
In questi ultimi due anni vi è stato un calo sensibile di migranti rintracciati nei porti adriatici e quindi conseguentemente di minorenni, ma parallelamente si è assistito ad un cambio di prassi da parte di chi gestisce l’immigrazione irregolare, i ritrovamenti ora svelano scelte più ingegnose e raffinate, diversi sono staiti casi di camion camuffati ad arte per nascondere migranti all’interno di costruzioni estremamente difficili da individuare (barattoli di olive, gomme manufatti in cemento etc). Alcuni giustificano questo calo con una diversificazione delle rotte verso il nord Europa, altri sospettano una migliore organizzazione dei traffici.
Per farsi un’idea dei dati basta guardare il rapporto 2012 del UNHCR.
In Germania nei primi mesi del 2013 le richieste di asilo sono cresciute del 73% mentre in Italia sono più che dimezzate. Afghanistan, Pakistan e Siria sono sempre ai primi posti nella richieste. Visto che la Germania non è il primo paese europeo di transito, da dove passano?

Sentenze storiche
Dopo numerose sentenze di Corti interne, in Germania ed in Italia, in particolare, anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, gli stati dell’Unione Europea sono tenuti a non trasferire un richiedente asilo verso la Grecia a causa delle carenze sistemiche nella procedura di asilo e nelle condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo in tale Stato membro poiché il richiedente corre un rischio reale di subire trattamenti inumani e il non rispetto dei diritti umani fondamentali.
Numerose sentenze di giudici tedeschi, da ultimo quella emessa dal Tribunale amministrativo di Francoforte qualche mese fa, hanno bloccato trasferimenti Dublino dalla Germania all’Italia, non tanto per la mancanza di una normativa di implementazione delle Direttive dell’Unione Europea, quanto per la mancanza di un sistema efficace di accoglienza, per la eccessiva durata delle procedure e per la incertezza della fase di ammissione alla procedura governata da una totale discrezionalità da parte delle autorità di polizia.

Taglio dei fondi
In un momento in cui i tagli ai bilanci sono all’ordine del giorno, uno dei pericoli maggiori è che vengano sottratte ulteriormente risorse a tutti quei meccanismi di tutela nei confronti dei minori e dei migranti in genere. Oltre che dalla crisi i tagli potrebbero essere giustificati da una diminuzione degli arrivi, ma ciò sarebbe un errore grave perché come ci insegna la vicenda della Siria, gli equilibri mondiali sono sempre precari ed è facile che possano nascere emergenze improvvise. L’Italia paese di confine non può trovarsi debole nel momento dell’accoglienza.

Proposte
1) Canale umanitario europeo, esternalizzazione dei diritti e principi giuridici
La recentissima vicenda di Lampedusa rinnova alcune questioni fondamentali che interessano sia i confini dell’Ue che quelli extraeuropei.
Da più parti sta prendendo corpo l’idea di istituire un canale umanitario che faciliti la via di fuga a coloro che scappano da zone di guerra; giunti in Libia o Tunisia i profughi non dovrebbero trovare navi militari a contenerli nel continente africano, ma strutture di accoglienza in grado si ospitarli e uffici della Unione europea in grado di valutare la possibilità di accesso attraverso percorsi di asilo politico. Queste strutture contrasterebbero anche con la sola istituzione, i trafficanti che sfruttano i migranti.
Si tratta di esternalizzare i diritti e non esternalizzare i confini.
Nel caso della Grecia il sistema di accoglienza evidenzia ancor di più il suo carattere paradossale se visto in una dimensione europea. Tutti ricordano come l’unione europea e la troika siano intervenute in maniera estremamente invasiva per evitare il default finanziario della nazione ellenica, allo stesso modo si dovrebbe procedere quando si ha una palese violazione dei diritti, ovvero se la Grecia non è in grado di riconoscere a minori, richiedenti asilo e migranti in generale gli standard minimi di accoglienza andrebbe commissariata nella gestione di questi diritti.
Su questo ragionamento si dovrebbe lavorare affinché si creino i termini giuridici per istituire degli sportelli europei per il diritto d’asilo e la tutela dei minori, in cui gli standard siano unificati (al livello migliore naturalmente).
2) Immediata revisione della legge Bossi Fini per garantire a tutti gli stessi diritti.
3) Istituzione di un Osservatorio sul porto di Ancona, indipendente dalle forze dell’ordine costituito da associazioni e istituzioni locali in grado di garantire terzietà e controlli su quello che accade al di là delle reti del porto e dentro il sistema di sicurezza. Per garantire il rispetto dei diritti delle persone che arrivano al porto di Ancona, che deve essere ricordato arrivano da situazioni di guerra e devono essere messe in condizioni di ricevere assistenza legale, psicologica e medica.
4) Proposte di modifica della convenzione della prefettura per il valico della frontiera del porto di Ancona: copertura dell’attività di frontiera sempre in corrispondenza dell’arrivo dei traghetti; ampliamento degli orari di attività anche al sabato e alla domenica; intervista più mirata a chi proviene da zone di guerra in cui si chieda se vuole asilo politico in Italia e spiegazione particolareggiata delle procedure agli intervistati.
5) Maggiori tutele per i minorenni nel momento in cui vengono rintracciati, quando vengono sottoposti ad esami di controllo: in caso di incertezza circa la minore età, occorre accordare al sedicente minore il beneficio del dubbio e trattarlo come tale;
L’accertamento dell’età deve essere considerato come un processo che non conduce a risultati esatti né univoci ed è pertanto necessario che il margine di errore venga sempre indicato nel certificato medico.
La minore età deve essere sempre presunta qualora, anche dopo la perizia di accertamento, permangano dubbi circa l’età del minore.
Qualsiasi esame relativo a tale accertamento non deve essere mai eseguito senza il consenso informato ed esplicito da parte del minore in questione o del suo rappresentante legale. A tale proposito, il minore ha il diritto di ricevere copia del certificato medico relativo all’accertamento dell’età. Gli esami medici devono inoltre essere sempre condotti in un ambiente idoneo ed in un momento opportuno.

Ambasciata dei Diritti Marche