Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Verso la Carta di Lampedusa, spazio alle voci degli abitanti e dei migranti

Si apre il meeting sull'isola

Ha preso avvio oggi il meeting per la Carta di Lampedusa, in una giornata segnata dall’incontro dei movimenti antirazzisti e gli abitanti dell’isola. Già la mattina, infatti, si è svolta un’assemblea tra gli studenti e gli insegnanti del Liceo scientifico Majorana e gli attivisti che promuovono il percorso di scrittura della Carta.

Nell’attesa dell’avvio ufficiale di questa esperienza di confronto aperta e partecipata, associazioni, collettivi, centri sociali, sportelli autogestiti, spazi sociali si sono conosciuti, confrontando le aspettative di oltre 300 persone su un percorso che ha già realizzato l’obiettivo affatto scontato: occuparsi di immigrazione rifiutando la retorica e la spettacolarizzazione che accompagna il discorso sui movimenti migratori ai tempi delle politiche dell’emergenza, tanto nel discorso pubblico sui cosiddetti sbarchi che sulle tragedie rappresentate come ineluttabili.

“Non voglio dettare i contenuti della Carta di Lampedusa, saprete scriverla perché siete quella parte di mondo che sempre è stata vicina a chi abita Lampedusa e a chi vi arriva” ha esordito la Sindaca Giusi Nicolini, che ha però suggerito una direzione necessaria per la discussione dei prossimi giorni, affermando la necessità di un nuovo modello di accoglienza. Partendo da Lampedusa, divenuta suo malgrado una enorme base militare su cui va in scena lo spettacolo della frontiera extra-territoriale, è necessario affrontare con responsabilità la sfida di individuare percorsi per il rispetto del diritto di asilo e della libertà di circolazione che si sottraggano alla militarizzazione delle coste e dei territori di frontiera. Un esperimento possibile, se ci fosse una volontà condivisa anche da parte dell’Unione Europea, le cui politiche del confine replicano mille Lampedusa, sui cui recinti si infrangono i principi sanciti dalle convenzioni sulla protezione internazionale. “Cominciamo da questo luogo a far partire insieme alla Carta idee e progetti, sogni che diventano realtà, una politica del Mediterraneo opposta alla devastazione ambientale e a Mare Nostrum”.

Un discorso non certo in contrapposizione con le esigenze degli abitanti di Lampedusa espresse dall‘associazione dei Piccoli Imprenditori dell’isola, che sottolineano nel loro intervento le gravi carenze e sofferenze degli abitanti, tra cui un’incertezza costante nell’esercitare il diritto alla salute, all’istruzione, alla mobilità. Come del resto sostiene da anni l’associazione Askavusa, consapevole però che solo attraverso una radicale trasformazione dei rapporti politico/sociali che subordinano agli interessi dell’Unione Europea i paesi di provenienza è possibile assicurare a questa e terra e ai suoi abitanti l’accesso un’esistenza dignitosa.

La dimensione a cui si pone questa sfida viene sollecitata dagli interventi delle realtà europee, tra cui la delegazione del movimento Lampedusa in Hamburg, che reclama il diritto alla libera circolazione e alla residenza nel territorio dell’Unione Europea. Una battaglia, quella per il riconoscimento dell’asilo europeo e dei diritti connessi, sostenuta con mobilitazioni e occupazioni da oltre 350 rifugiati che dopo il fallimento dell’operazione Emergenza Nord Africa hanno dovuto fare i conti con l’ennesima forma di respingimento, quella del regolamento di Dublino.

Un preludio molto interessante alla discussione della Carta, ricco di istanze diverse, ma in forte connessione l’una con l’altra che testimoniano quanto gli effetti delle politiche di confine riverberino dalle rotte forzate in mezzo al Medterraneo fin nel cuore dell’Europa, fin dentro i territori delle città.

Di seguito la registrazione integrale. A breve verranno caricati i singoli interventi ad una qualità più alta.