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da La Nuova di Venezia del 4 marzo 2014

Mirano – I primi rifugiati: una famiglia russa

Papà, mamma e tre bambini in fuga arrivati nella struttura di via Caorliega

Partita l’avventura dei 15 rifugiati destinati a Mirano nell’ambito del programma del Ministero dell’Interno denominato Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Già in città (la sola in provincia, oltre a Venezia) i primi cinque, una famiglia russa con padre, madre e tre bambini, a breve arriveranno anche gli altri, ospitati nella sede della protezione civile di via Caorliega.

«Nulla sarà lasciato al caso», dice il consigliere di maggioranza Giovanni Boldrin, Movimento federalisti riformisti, «il servizio di mediazione linguistica e culturale, vitto, attivazione di carte prepagate, fornitura di vestiario, biancheria e prodotti per l’igiene personale e la casa. L’ente attuatore (la cooperativa Villaggio Globale) si occuperà del supporto per l’ottenimento del permesso di soggiorno, il codice fiscale, la tessera sanitaria, il medico e il ricongiungimento familiare. Le famiglie con minori saranno aiutate nel disbrigo delle pratiche burocratiche per l’iscrizione e frequenza delle lezioni, il trasporto casa-scuola, la ristorazione, la formazione linguistica e l’educazione civica, l’orientamento alla partecipazione alle attività organizzate dalle associazioni sportive e ricreative».

Un’accoglienza a tutto tondo, che potrebbe culminare anche con progetti di conoscenza reciproca con i miranesi. Si pensa già alla Giornata del rifugiato in programma il 20 giugno.

«Per capire il valore e l’importanza di ciò che stiamo facendo», spiegano il sindaco Maria Rosa Pavanello e l’assessore alle Politiche sociali Annamaria Tomaello, «bisogna provare a immaginare le realtà di provenienza dei nostri ospiti: guerra o povertà estrema. Mirano, con la sua storia di accoglienza, non poteva tirarsi indietro. Potrebbe essere costruttivo raccogliere le testimonianze dei nostri ospiti e ripercorre la loro storia, per un momento di conoscenza, arricchimento culturale e sociale».