Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Primo marzo a Bologna, 2mila persone per una cittadinanza senza confini

Più di 2mila persone in piazza per una grande giornata di mobilitazione sul tema dell’immigrazione a Bologna. Un corteo meticcio, ricco di linguaggi e contenuti è partito da Piazza dell’Unità per attraversare la strada principale del centro e raggiungere Piazza del Nettuno, nel cuore della zona pedonale del week-end bolognese.
Migranti, rifugiati, studenti, nuove generazioni in movimento, associazioni, centri sociali, spazi e centri di accoglienza occupati, sindacati autorganizzati, scuole di italiano e sportelli per migranti autogestiti hanno manifestato il proprio rifiuto alle politiche europee sull’immigrazione e alle leggi razziste che introducono sfruttamento e discriminazione.

Our Europe is without borders, la nostra Europa non ha confini”, hanno urlato con interventi e striscioni, riportando nelle strade di Bologna le rivendicazioni dei movimenti europei contro il dispositivo della frontiera “responsabile delle stragi nei mari e nelle terre di confine” ma responsabile anche di leggi razziste come la Bossi-Fini.
Da Rimini Casa Madiba, da Reggio Emilia l’occupazione di Via Gorizia, da Forlì i migranti dell’Emergenza nord africa, da Cesena il sindacato ADL con i lavoratori della logistica, si sono uniti ai migranti e rifugiati che da Bologna hanno rilanciato un percorso europeo una cittadinanza inclusiva e senza confini.

Grossa la partecipazione degli studenti delle scuole medie e superiori, che attraverso il laboratorio On the Move hanno rappato le note di una generazione meticcia che chiede diritti e una legge per il riconoscimento dello Ius soli per tutti. Molti interventi, citando la Carta di Lampedusa, hanno rilanciato la necessità di rafforzare oltre il primo marzo le battaglie quotidiane per la dignità nel lavoro, il diritto alla casa, alla salute, all’istruzione, alla residenza e al reddito, indisponibili ad un presente di miseria e disuguaglianza.

No more CIE, mai più detenzione amministrativa” ha affermato il corteo, che in Via Indipendenza ha sostituito le immagini del famoso dipinto “La ragazza con l’orecchino di perla” con le labbra bucate dei detenuti al CIE di Ponte Galeria, costretti a cucirsi la bocca per esprimere la propria voce.

Raggiunta Via Rizzoli, gli interventi hanno salutato anche le mobilitazioni di questa giornata nelle città di Padova, Brescia, Milano, Niscemi, Amburgo e ovunque in Europa, determinati a continuare le proprie battaglie per la riappropriazione di diritti e spazi di vita nei prossimi mesi e settimane.

Gli interventi dal corteo: