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Lettera del Presidente del G.u.s. in risposta al comunicato “Ancona: Da Casa de nialtri al lavoro sfruttato. Questa è la risposta del Comune”

Ancona, 29 aprile 2014

Gentile redazione, mi chiamo Paolo Bernabucci e sono il presidente del Gus (Gruppo Umana Solidarietà – Guido Puletti).
In cuor mio avevo sperato di non dovervi scrivere ma sono tante le telefonate e le sollecitazioni che, da ieri mattina, mi chiedono di fare qualcosa e di non lasciare senza replica l’attacco “delirante” al lavoro del Gus, ong che ho l’onore di rappresentare, e quindi alla sequela di affermazioni false o non vere, vuoi per ignoranza o, peggio, per consapevole malafede di chi ha scritto il comunicato in oggetto.
Con la speranza di essere chiaro e comprensibile anche a chi non conosce direttamente questa vicenda, vado a elencare una a una le “accuse” e la mia risposta.

1) Il signore tunisino viveva in una casa/accoglienza che il Comune di Ancona aveva messo a disposizione, provvisoriamente, a lui e ad altri. La spesa settimanale per il vitto, ricevuto per i primi mesi, era fornita gratuitamente dal Gus. Gratuitamente significa che non era e non è oggetto di alcuna convenzione e quindi alcun rimborso verrà mai riconosciuto alla nostra organizzazione. Ora i pasti sono forniti dalla Caritas, credo.
2) Il signore tunisino essendo da molto tempo senza lavoro e non avendo competenze specifiche in agricoltura, ha accettato la proposta del Comune e del Gus di essere accolto in un percorso formativo presso la nostra fattoria sociale che funziona magnificamente, da un anno circa, nel comune di Urbisaglia. La proposta è stata di un mese di formazione condotta da un agronomo, Matteo M., e da un tutor esperto della c.d. permacoltura, Francesco Q. . Il signore tunisino non ha mai potuto incontrare i due professionisti perché ha deciso di rinunciare il giorno stesso che è giunto in fattoria. Quindi, quando la mattina è iniziata la formazione, lui non c’era ed è evidente che non ha lavorato, men che meno dieci ore.
3) La casa della fattoria non è fatiscente, nella maniera più assoluta. Ci vivevano cinque ragazzi che, da alcuni mesi, hanno domicili diversi, con regolare contratto di lavoro con il Gus come braccianti agricoli. Questi cinque ragazzi, giunti in Italia nel 2011, hanno avuto la possibilità di formarsi nell’agricoltura organica e ora sono la colonna portante della nostra fattoria sociale. Le loro competenze, formate da noi, sono state utili per trovare facilmente anche altri lavori oltre a quello che hanno con noi. Essi raggiungono la fattoria dalle loro abitazioni per le quali hanno un contratto di affitto a loro nome e che, quindi, non sono del Gus.
4) Non è vero che la casa è priva d’impianto di riscaldamento. E’ invece presente, perfettamente funzionante, una stufa a pellet che riscalda tutti gli ambienti. Com’è abitudine in moltissime case della zona, si è scelta questa soluzione.
5) A 200 metri dalla casa c’è una fermata dell’autobus. A un km c’è la piazza del paese di Urbisaglia. Mi sento ridicolo solo ad affermare queste ovvietà. Una fattoria sociale agricola si trova generalmente in campagna, com’è ovvio.
6) Dal giugno del 2013 è in rete un video del Gus che racconta della nostra fattoria sociale, della quale siamo assolutamente fieri.

Gentile redazione, volutamente mi sono limitato, in questa mia replica, a confutare solo alcune delle falsità scritte nel comunicato da voi pubblicato. Non voglio, infatti, rispondere in alcun modo alle accuse sulla professionalità e sulle capacità del Gus.
Il nostro lavoro si svolge spesso in silenzio e lontano dai clamori e dalle grida. Chi ci sta accusando in modo così violento e ingiurioso ha fatto un’altra scelta.
La mia organizzazione è convinta che non si faccia un buon servizio “manipolando” e “sfruttando” coloro che, invece, hanno bisogno di “prese in carico” personalizzate per lente e faticose speranze di lavoro e di autonomia.
La nostra storia è un bene prezioso. Non tanto per gli ottanta operatori, italiani e stranieri, che collaborano con regolari contratti con noi, quanto per il lavoro delicato e faticoso che portiamo avanti da 20 anni a favore dei richiedenti protezione internazionale ed anche i c.d. homeless.

Prima di concludere questa mia sintetica e sofferta nota voglio ricordarvi che sono disponibile a qualsiasi approfondimento riteniate necessario come pure a darvi i dati sul lavoro compiuto dal Gus con le 60 persone circa che il Comune di Ancona ci ha affidato nei mesi scorsi.
Per fortuna sono moltissime le persone che, grazie anche al nostro lavoro, sono uscite dalla precarietà e dalla droga mediatica per rendersi autonome, integrarsi o inserirsi in progettualità consolidate (SPRAR o progetti FER).

Grazie per lo spazio che deciderete di dare a questa mia nota.

Paolo Bernabucci