Già prima dell’avvio dell’operazione congiunta di polizia Mos Maiorum, programmata dal 13 al 26 ottobre 2014, si sono raccolte notizie di pressioni fisiche su migranti che rifiutano di rilasciare le impronte digitali, nella speranza di potere raggiungere altri paesi europei. Scopo dichiarato dell’operazione è contrastare i trafficanti, ma saranno anche i/le cittadini/e migranti a pagare le spese dei controlli e delle identificazioni forzate nei porti, nelle stazioni, negli aeroporti. I controlli speciali potrebbero riguardare anche molti profughi sbarcati dalle navi di Mare Nostrum. Si rischia che di nuovo i centri di accoglienza siano trasformati in luoghi di detenzione arbitraria.
In Italia le forze di polizia si stanno preparando all’arrivo dei loro colleghi europei. Chi rifiuta di rilasciare le impronte digitali viene sottoposto a pressioni fisiche, talvolta anche denunciato per inosservanza dell’ordine dell’autorità ( art. 650 c.p.) o addirittura per resistenza. In questo caso ci può essere anche l’arresto facoltativo. Queste prassi di polizia stanno producendo una clandestinizzazione che rende ancora più deboli persone provate da viaggi impossibili, che alle spalle si sono lasciate solo morte e macerie, più deboli anche rispetto alle organizzazioni criminali o ai “singoli trafficanti di terra” che stanno incrementando i loro guadagni.
Ai giornalisti non viene garantito l’accesso ai migranti in attesa di identificazione e le organizzazioni convenzionate negano persino l’evidenza, come si sta verificando a Crotone, sostenendo che tutto va nel migliore dei modi. Manca completamente l’informazione legale. Non viene neppure fornita alcuna informazione sulle possibilità di ricongiungimento familiare garantito in senso più ampio ( fino al terzo grado di parentela) dal nuovo Regolamento Dublino III.
L’Italia si sta rendendo responsabile di diffuse violazioni del divieto di trattamenti inumani o degradanti affermato dall’art. 3 della Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo. I respingimenti immediati ai valichi di frontiera, come si è verificato da ultimo all’aeroporto di Fiumicino, il trattenimento arbitrario nelle zone di transito, le violenze già documentate nel centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto a Crotone, ed altre notizie che andranno verificate, che continuano a giungere da diverse parti d’Italia, sollecitano tutti coloro che operano nel campo della difesa dei diritti umani dei migranti ad assumere una iniziativa concreta, di pronta disponibilità e di intervento concreto nei luoghi ( valichi di frontiera, luoghi di sbarco, stazioni ferroviarie ed aeroporti, centri di accoglienza). Occorre comunque garantire che le attività di controllo quotidiane e quelle “speciali” previste nell’ambito dell’operazione congiunta Mos Maiorum a livello europeo rimangano nell’alveo dello stato di diritto e dei principi costituzionali. Vanno garantiti il principio dell’habeas corpus, che vieta detenzioni arbitrarie ( art. 13 Cost.) e l’effettività dei diritti di difesa (art.24 Cost).
In tutti i casi nei quali nelle singole località si verifichino abusi, come quelli già registrati alla frontiera aeroportuale di Fiumicino, o in alcuni centri di accoglienza, come a Crotone, la rete di avvocati, giornalisti ed operatori dovrà promuovere non solo le attività legali che si renderanno necessarie ma anche avvertire rappresentanti parlamentari. In particolare si dovrà entrare in contatto al più presto con i migranti che siano trattenuti oltre i termini ed i presupposti di legge, e con quanti subiscano comportamenti violenti ed arbitrari, anche se esclusivamente rivolti alla identificazione tramite prelievo delle impronte digitali. Una procedura che non può essere imposta con la forza, salve le conseguenze di natura penale per coloro che si rifiutano di obbedire ad un ordine dell’autorità ( art. 650 c.p.), sempre che non sussistano cause di giustificazione.
Attraverso un costante raccordo con i giornalisti e con i parlamentari che si renderanno disponibili, alla difesa legale sul piano individuale dovrà aggiungersi una tempestiva capacità di iniziativa sul piano della comunicazione pubblica e della proposta politica, attraverso atti ispettivi ed interrogazioni parlamentari. Alla fine del periodo nel quale si svolgerà l’operazione Mos Maiorum (13-26 ottobre) sarà redatto un rapporto che verrà inviato alle autorità nazionali ed internazionali, con materiali che saranno resi noti anche attraverso conferenze stampa. Come avviene già quotidianamente le violazioni dei diritti dei migranti saranno gravi e diffuse, accentuate dall’approssimazione del mandato conferito alle forze di polizia dagli indirizzi del Consiglio dell’Unione Europea approvati lo scorso luglio. Ed oggi Frontex si tira fuori dall’operazione ribadendo che si limiterà ad inviare soltanto “osservatori”. Insomma “Mos Maiorum” rimane una operazione coordinata dal Ministero dell’interno italiano, forse il frutto più visibile (e avvelenato) di tutto il semestre di presidenza europea, in materia di immigrazione.
All’inizio di attività di polizia dai confini tanto incerti, avvocati e operatori hanno dato una pronta disponibilità a ricevere segnalazioni da parte di cittadini, migranti, associazioni, su abusi e violazioni di legge che si dovessero verificare nel corso dei controlli previsti dall’operazione Mos Maiorum.
Fulvio Vassallo Paleologo – Palermo [email protected]
Enza Papa – Cosenza [email protected]
Liana Nesta – Napoli [email protected]
Gabriella Guido – Roma [email protected]
Michele Passione – Firenze [email protected]
Aurora D’Agostino – Padova [email protected]
Antonella Calcaterra – Milano [email protected]
Gianluca Vitale – Torino [email protected]
Alessandra Ballerini – Genova [email protected]