Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Da Quinto di Treviso a Velo D’Astico la nuova scuola dell’odio si diffonde in Veneto

Un nuovo pericoloso episodio di intolleranza a Velo D'Astico (VI)

La scuola dell’odio da Quinto di Treviso si è diffusa fino a Velo d’Astico, un piccolo paesino in provincia di Vicenza.
Venerdì sera una ventina di “cittadini italiani”, riuniti nel comitato Prima Noi, hanno tentato di bloccare e di impedire che un piccolo gruppo di migranti (da segnalare che per l’Agenzia Ansa del Veneto sono dei clandestini, ndR.) venisse spostato in alcuni appartamenti loro assegnati. La sigla include esponenti dei gruppi di destra del territorio dell’Alto Vicentino, da Forza Nuova a Casapound, da Lega Nord a Fratelli d’Italia-An.
L’episodio non è nuovo nel suo genere: già poche settimane fa, gli episodi di Quinto di Treviso, di Eraclea e di Roma, hanno dimostrato come i gesti di intolleranza e rigetto nei confronti dell’ospitalità si stiano moltiplicando, con il beneplacito anche di alcune istituzioni.
Questo nuovo modus operandi della destra mira ad alzare il livello dello scontro nella guerra tra poveri. Tale metodo consiste nel fomentare la paura, l’odio e l’aggressività nei confronti dei migranti, incanalandola in gesti e proteste violenti, volti a distogliere in tal modo l’attenzione dai reali problemi sociali e da coloro che ne sono i veri responsabili, a cui i movimenti di destra sono soliti appoggiarsi, trovando protezione e approvazione. E’ evidente come questo sta portando a perdere sempre di più lo spirito di solidarietà fra le persone e a una regressione sempre più pericolosa dei diritti di ognuno.

Per questo sabato mattina varie realtà sociali dell’Alto Vicentino hanno deciso di tenere una conferenza stampa davanti al municipio di Velo d’Astico, per ribadire come nel loro territorio non possa trovare spazio una tale forma di politica e per portare la propria solidarietà ai migranti vittime di questi gesti deplorevoli.
Da Calais all’Ungheria, da Ventimiglia al Veneto, l’unico modo per rispondere a questa inesorabile spirale di razzismo è l’abbattimento dei nuovi muri elevati dalla paura e dall’intolleranza e la conquista di più diritti e tutele per tutti.