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L’unica “follia migrante” è la messinscena dei tabloid sugli eventi a Calais

Alan Travis, The Guardian del 30 luglio 2015

di Alan Travis, editorialista.

Per una volta il Daily Mail ci ha azzeccato con la sua richiesta di “mettere fine a questa follia dei migranti”, ma non nel modo in cui intendono loro.

E ‘ tempo di smettere di dare supporto a questa pretestuosa polemica scandalistica che paragona i ripetuti tentativi notturni da parte di qualche centinaio di migranti di entrare illegalmente Gran Bretagna, attraverso il tunnel sotto la Manica, tentativi perlopiù senza successo, a una minaccia di invasione che non si vedeva da quando Hitler riunì i suoi barconi pronti all’invasione nell’autunno del 1940.

La “tesi dell’invasione” è alimentata mediante l’uso di un linguaggio che equipara lo status di coloro che sono fuggiti dalla Siria, dall’Eritrea e altri stati in crisi al più grande movimento di persone sfollate dopo la seconda guerra mondiale, considerandole persone “illegali”.

David Cameron non aiuta nell’analisi quando, in un’intervista all’emittente televisiva privata ITV, descrive coloro che sono riusciti ad attraversare il Mediterraneo, partendo dal nord Africa e arrivando in Italia e in Grecia – quest’anno fino ad ora sono 110.000 – come “uno sciame di persone … che vogliono venire in Gran Bretagna“.

Può darsi che si tratti di un’espressione sbagliata. La Segretaria di Stato per gli Affari Interni, Theresa May e altri ministri del governo di alto livello generalmente riescono a discutere dei problemi complessi della migrazione senza ricorrere ad un linguaggio così odioso.

Nel mentre le Nazioni Unite, per bocca di Peter Sutherland, hanno dichiarato giovedì mattina: “Chiunque pensi che uno Stato, con la costruzione di confini e recinzioni, possa essere protetto da presunte” inondazioni” – che sono tutto tranne che inondazioni di migranti – vive nel regno dell’utopia “.

In primo luogo, cerchiamo di chiarire che la Gran Bretagna non è sotto una sorta di minaccia esistenziale di un’invasione di massa attraverso il tunnel sotto la Manica. Il numero di migranti e rifugiati a Calais sono aumentati negli ultimi mesi a diverse migliaia.

Sono arrivati prima a causa dello sciopero dei lavoratori portuali di Calais: questo si traduceva in una nuova opportunità per cercare di entrare, nascondendosi tra le lunghe code di mezzi pesanti che si estendono fino alle vie di accesso ai traghetti, al di là delle normali recinzioni di sicurezza. Dal momento che ancora una volta sono state messe delle recinzioni per fornire una zona di protezione temporanea per i camion, la scorsa settimana la loro attenzione si è spostata sui capolinea ferroviari meno protetti che conducono al Canale della Manica, non lontano da Coquelles.

Il cattivo stato in cui versano alcune delle recinzioni di sicurezza a Coquelles è responsabilità di Eurotunnel. Come il quotidiano The Sun evidenzia graficamente, le stesse aperture nella recinzione, che i migranti utilizzavano per passare nel 2002, sono ancora presenti 13 anni dopo.

Tutta la pressione del governi britannico e francese è ora sul Eurotunnel per far sì che renda i capolinea ferroviari sicuri il più presto possibile. Una volta sigillati è probabile che si risolva il problema – almeno fino a quando i lavoratori portuali francesi in sciopero non intraprendano una nuova forma di azione e cambino nuovamente le regole del gioco.

E ‘ triste che il dibattito di questa settimana sulla “follia migrante” sia stato innescato da un ingannevole racconto di Eurotunnel, riguardo al fatto che 2.000 migranti avevano tentato di entrare in Gran Bretagna il lunedì notte, senza chiarire che si trattava invece di ripetuti tentativi portati avanti dallo stesso gruppo di qualche centinaio di persone. Ma la dichiarazione originaria era stata sufficiente per dare la netta impressione che la Gran Bretagna fosse ormai sotto assedio notturno e il governo fosse impotente al riguardo.

In termini di flusso complessivo di persone in entrata e in uscita dalla Gran Bretagna, anche considerando diverse migliaia di potenziali nuove entrate illegali, si tratta ancora di una questione marginale di migrazione, tanto più che il numero di coloro che sono riusciti ad attraversare può essere misurato in centinaia. La stragrande maggioranza delle persone che vivono illegalmente in Gran Bretagna sono entrate dalla porta principale, attraverso l’aeroporto di Heathrow e semplicemente sono rimaste oltre il tempo permesso dal loro visto, ma nessuno ha mai chiesto di inviare le forze dell’ordine a Heathrow.

E ‘ facile per i media britannici, tra cui il Guardian, concentrare l’attenzione su ciò che sta accadendo a Calais. È facile inviare una troupe televisiva per ottenere le riprese di un gruppo di migranti che violano le recinzioni a Coquelles, indipendentemente dal fatto che riescano poi ad avere fortuna e, successivamente, saltare su un treno.

Nonostante le affermazioni di alcuni giornalisti che si tratta di “scene straordinarie”, non lo sono. Sono in corso da anni, non solo a Calais, ma anche lungo la costa a Dunkerque e ad Oostende (paesi a nord di Calais, ndR) e in altri porti, ma con scarso successo per i migranti.

Ciò che però è straordinario è il fatto che le intenzioni di qualche centinaio di migranti, molti dei quali potrebbero essere rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni, ha completamente messo in ombra l’attuale situazione nel Mediterraneo, dove migliaia di persone continuano a tentare di attraversarlo. La settimana scorsa, in soli due giorni, più di 3.000 sono state salvate dalle navi tedesche e italiane. Solo l’Italia ha accolto più di 60.000 rifugiati nei primi sei mesi di questo anno. Lo scorso anno la Germania ha accolto 175.000 richiedenti asilo.

La Gran Bretagna ne ha appena 24.000. David Cameron continua ad insistere sul fatto che quasi tutti coloro che fuggono dal nord Africa e dal Medio Oriente sono migranti economici che devono essere rimpatriati nei loro paesi il ​​più rapidamente possibile.

Altri invece vedono centinaia di migliaia di profughi in fuga da violenze e dalla persecuzioni in quella che è una massiccia crisi umanitaria. In questo contesto, parlare di una estate di “follia migrante” sopra Calais comincia a sembrare esageratamente eccessivo.