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ASGI al Ministero dell’Interno: la natura giuridica degli hotspots va chiarita

"Va garantito il diritto di chiedere la protezione internazionale senza che avvenga alcuna forma di artificiosa selezione tra richiedenti asilo e migranti economici"

Il Ministero deve far cessare atti illegittimi e provvedere in modo generale a colmare eventuali lacune per prevenire interpretazioni o prassi non conformi alle norme vigenti, evitando una discrezionalità eccessiva, anche impartendo precise direttive o circolari o predisponendo norme regolamentari.

A seguito dell’approvazione da parte del Consiglio europeo delle decisioni sulla ricollocazione dei richiedenti asilo dall’Italia verso altri Stati dell’Unione europea lo scorso settembre, in Italia le forze di polizia e le autorità di pubblica sicurezza sembrano avere modificato le prassi circa il soccorso, l’identificazione e l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei migranti stranieri soccorsi e sbarcati.

In particolare si segnalano molti casi di provvedimenti di respingimento adottati dai Questori nei confronti di stranieri soccorsi in mare e sbarcati sul territorio italiano, attuati prima che potessero effettivamente manifestare la loro volontà di presentare domanda di asilo. Tali provvedimenti sono stati adottati soprattutto in Sicilia e nell’ambito dei cd. “Hotspots” di recente attivazione (a Pozzallo, Porto Empedocle, Trapani e Lampedusa), che sembrano configurati come luoghi chiusi nei quali operano le forze di polizia italiane, supportate dai rappresentanti delle agenzie europee (Frontex, Europol, Eurojust ed EASO, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo), in cui gli stranieri appena sbarcati in Italia sono sottoposti a rilievi fotodattiloscopici ai fini della loro identificazione e sarebbero poi distinti e qualificati come richiedenti asilo o migranti economici e a seconda di questo tipo di “catalogazione” sommaria sarebbero poi inviati alle strutture di accoglienza per richiedenti asilo oppure sarebbero destinatari di un provvedimento di respingimento per ingresso illegale e poi lasciati sul territorio italiano senza alcuna misura di accoglienza non essendo comunque possibile alcun rimpatrio.

La normativa italiana non consente in alcun modo di utilizzare la forza per vincere la resistenza passiva dei cittadini stranieri che si rifiutano di farsi identificare.

L’Asgi ha già avuto modo di stilare un documento in cui dettagliatamente si evidenzia l’impossibilità da parte delle forze dell’ordine di fare uso della forza per costringere i cittadini stranieri a sottoporsi al rilevamento delle impronte. I comportamenti contrari a tale divieto assumono un rilievo penale (maltrattamenti, lesioni o altro).

Fermo restando in ogni caso il rispetto del diritto di asilo garantito dall’art. 10, comma 3 Cost. e delle riserve assolute di legge e delle riserve di giurisdizione per le misure restrittive della libertà personale previste dall’art. 13 Cost., negli “hotspots”, l’ASGI ricorda che :

1. Ogni straniero soccorso in mare e sbarcato ha il diritto di ricevere informazioni complete e comprensibili sulla sua situazione giuridica e ha il diritto di manifestare in qualsiasi momento (anche quando già si trova da tempo in Italia) la volontà di presentare domanda di asilo.

2. Ogni straniero soccorso in mare e sbarcato in Italia e sprovvisto di titoli per il soggiorno non può essere respinto od espulso senza una valutazione completa della situazione della persona o soltanto perché le autorità di pubblica sicurezza presumono che la sua nazionalità o lo Stato di provenienza non abbia alcuna rilevanza ai fini di un’ipotetica domanda di asilo o sulla base di accordi bilaterali conclusi n forma semplificata con gli Stati di origine.

3. Ogni straniero soccorso in mare e sbarcato può essere sottoposto ad identificazione soltanto nei casi, nei modi e nei termini previsti dalle norme UE e dalle norme italiane, ma in generale non può essere sottoposto a misure coercitive per i rilievi fotodattiloscopici, né può essere trattenuto con misure coercitive al solo fine di essere identificato.

L’ASGI chiede che il Ministero dell’Interno chiarisca la natura giuridica degli hotspots e garantisca sempre i diritti fondamentali degli stranieri.
L’Associazione ribadisce la necessità che venga data immediata e completa informazione circa il diritto di chiedere la protezione internazionale ai cittadini stranieri, senza che tra essi avvenga alcuna forma di artificiosa selezione tra richiedenti asilo e migranti economici basata su criteri vietati dalla legge, consentendo che in tali strutture sia sempre consentita la presenza dell’UNHCR e delle associazioni umanitarie.

Il documento completo del Consiglio direttivo dell’ASGI del 21/10/2015

Modificare subito le prassi amministrative per garantire sempre i diritti di
ogni straniero soccorso in mare e sbarcato: ricevere informazioni complete e
comprensibili sulla sua condizione giuridica, manifestare la volontà di
presentare domanda di asilo, non essere respinto o espulso soltanto per la sua
nazionalità, non essere trattenuto soltanto per identificazione.

Documento del Consiglio direttivo ASGI del 21/10/2015

Foto: Francesco Malavolta