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CIR: preoccupazione per la partenza oggi della II fase della missione EUNAVFOR MED

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati è molto preoccupato per l’inizio previsto oggi della seconda fase della Missione EUNAVFOR MED, l’operazione militare che ha l’obiettivo di identificare, prendere possesso e rendere inoperative le imbarcazioni usate dai trafficanti di esseri umani. La missione europea entra infatti in una fase operativa, dopo quella di studio del fenomeno. Ora si potranno mettere in atto delle vere azioni di deterrenza. Potranno essere fermate le barche usate dai trafficanti, potranno essere scortati i barconi carichi di migranti e allo stesso tempo potranno essere assicurati i trafficanti alla giustizia italiana. Potranno essere sequestrate le imbarcazioni utilizzate dai trafficanti così come il materiale tecnologico.

“L’esperienza ci ha purtroppo insegnato che quando vengono messe in atto azioni di deterrenza, ma non si creano al contempo delle alternative possibili, i viaggi dei rifugiati diventano ancora più disperati. L’Unione Europea sta mettendo in atto un programma di forte contrasto ai trafficanti ma non sta agendo con altrettanta forza per aprire canali sicuri e legali per consentire alle persone che hanno bisogno di protezione di raggiungere l’Europa e questo elemento ci preoccupa enormemente” dichiara Christopher Hein portavoce del CIR.

Vogliamo ricordare cosa successe nel 2009: quando l’Italia mise in atto la politica dei respingimenti nei confronti delle imbarcazioni partite dalla Libia, si aprì una nuova via di fuga attraverso il Sinai e lì centinaia di persone furono rapite e torturate atrocemente.
Non si fermò il flusso di rifugiati fuggiti, ma solo la loro possibilità di chiedere protezione.

“Crediamo che l’unico modo per contrastare il traffico di esseri umani e allo stesso tempo permettere ai rifugiati di essere protetti sia quello di intervenire offrendo soluzioni possibili. Attraverso programmi di reinsediamento che superino di molto i 20mila posti previsti dall’Agenda della Commissione e attraverso l’attivazione di procedure di ingresso protetto, visti e canali umanitari. Proprio alla vigilia dell’Incontro Europeo dei Ministri dell’Interno abbiamo lanciato con We Move EU una campagna per aprire canali di ingresso legali e sicuri. Se non metteremo in atto questo complesso sistema di misure non potremo certo, solo combattendo i trafficanti di persone, garantire ai rifugiati la necessaria protezione” conclude Fiorella Rathaus direttrice del CIR.